Il cassetto dei ricordi di Foschi: rimpianti, liti e rimproveri

In una intervista Rino Foschi, l'ex ds rosanero, ripercorre gli anni trascorsi a Palermo, vissuti con tanti successi ma anche con delusioni e rimpianti

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Rino Foschi era tornato a Palermo a marzo, pochi giorni prima che scattasse il “tutti a casa”. Era stato convocato dai curatori fallimentari della vecchia società rosanero. Adesso, chiuso in casa come tanti altri italiani, è a Cesena. Dove lo ha raggiunto il Giornale di Sicilia per intervistarlo. E l’ex direttore sportivo rosanero ha aperto volentieri il suo cassetto dei ricordi rosanero.

L’ULTIMO ATTO DELLA VECCHIA SOCIETÀ

Si capisce subito Foschi che non ha ancora archiviato il suo ultimo anno trascorso nella barca rosanero, l’anno del naufragio. È chiaro che quella è una vicenda che ancora gli brucia: «C’è chi ci ha guadagnato, purtroppo – dice -. Mi spiace tutto quello che è successo in quell’anno, da Follieri agli americani. Si era interessato anche Commisso, ma non l’avrebbe mai preso. Alla fine l’accordo l’hanno trovato con Tuttolomondo e io non volevo. Il resto lo sapete».

“INSIEME PER PALERMO”: MANCANO I NAZIONALI

L’ex ds plaude all’iniziativa dei suoi vecchi giocatori, che si sono riuniti in “Insieme per Palermo”, una raccolta di fondi con l’obbiettivo di fornire un aiuto ai più bisognosi della città. Vuole partecipare anche lui, e chiede se si sono fatti vivi i campioni del mondo del 2006. Appreso che nell’elenco delle adesioni è presente solo Zaccardo, rimprovera gli assenti: «Eh no – dice -, devono montare su tutti. Mi rivolgo a Toni, Barzagli, Barone e Grosso. La citta di Palermo ha dato loro tutto, e devono partecipare per quelle famiglie».

TANTI RICORDI ROSANERO

Poi dà la stura agli innumerevoli ricordi rosanero. Dalle circostanze che gli permisero di portare a Palermo Balzaretti e Miccoli, fino alle liti con Zamparini. Del vecchio patron ricorda che metteva il becco ovunque, e per questo litigavano spesso. Racconta di un contrasto, fra i tanti, per un cambio d’allenatore. Si cercava un sostituto di Del Neri, e nel giro c’era anche Papadopulo. Zamparini lo prese a sua insaputa, e lui, da ds, lo apprese nel corso di una intervista a Sky. La prese molto male, e quando il giorno dopo incontrò il patron con l’allenatore, li insultò entrambi. Successe il finimondo, Zamparini gli tirò una sberla e lo licenziò. Per poi richiamarlo nella stagione successiva.

UN PEZZO DI STORIA

Con tutti i suoi pregi e difetti Foschi indubbiamente rappresenta un bel pezzo di storia rosanero. Ne sa tante. Racconta il sofferto ingaggio di Zauli, il casuale approccio in un bar con l’allenatore Arrigoni, fino ai suoi rapporti con Moggi. Ricorda il mancato acquisto di Chiellini, che sarebbe stato felice di venire a Palermo, ma che poi finì alla Juventus che riuscì a soffiarglielo con un vero e proprio colpo di mano. Alla fine, dopo avere dato fondo ai suoi ricordi dei suoi anni in rosanero, si congeda dicendo con rimpianto: «Ma quello era un altro Palermo, era come l’Atalanta di oggi».


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