L’infettivologo: “Il picco in Sicilia non arriverà mai, calo ad aprile”

Il parere di un illustre infettivologo smentisce tante previsioni di esperti che assicuravano l'arrivo di un picco di contagiati Covid-19 in Sicilia

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Nei giorni scorsi gli esperti non ci hanno fatto mancare i loro pareri sull’andamento del coronavirus in Italia e in Sicilia. Nel rilevare i preoccupanti dati del Nord, con la Lombardia in testa a tutte le regioni con importanti numeri di contagiati, ricoverati in terapia intensiva e decessi, non hanno mai mancato di aggiungere che c’era l’attesa del picco nel meridione. Che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi e letali di quelle del settentrione, considerandone la scarsa ricettività sanitaria.

IN ATTESA DEL PICCO MERIDIONALE

Di conseguenza ogni giorno abbiamo atteso con ansia i numeri relativi alla Sicilia che la Protezione civile di Palermo pubblica nel suo sito. E abbiamo riscontrato un limitato andamento degli incrementi, tutto sommato incoraggiante. Ma mentre tiravamo un sospiro di sollievo, non abbiamo potuto cancellare l’angoscia pensando all'”ineluttabile” arrivo del famoso “picco”. Anche perché i soliti esperti, nel prendere atto dell’andamento virtuoso dell’epidemia nel Sud, non hanno demorso: «Si, i numeri sono buoni, ma certamente l’epidemia dilagherà…».

Il dottore Bruno Cacopardo, direttore dell’Unità operativa Malattie infettive dell’Ospedale Garibaldi di Catania

L’INTERVISTA AL DIRETTORE DEL DIRETTORE DELL’UNITÀ MALATTIE INFETTIVE

Per questo motivo è incoraggiante e rassicurante l’intervista al dottor Bruno Cacopardo, direttore dell’Unità operativa Malattie infettive dell’Ospedale Garibaldi di Catania e membro del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza, istituito dalla Regione. Infatti l’illustre infettivologo, a proposito del famigerato “picco”, esprime oggi nel Giornale di Sicilia il suo parere, che contraddice le “previsioni” di tanti suoi colleghi : «Il picco? Ci siamo già sopra. La curva del contagio, nell’Isola, è infatti stabile da giorni, mentre sta diminuendo il numero di ricoverati. Se pensiamo al picco come alla punta di una montagna, allora non arriverà mai: è piuttosto un pianoro, o la parte alta di una collina. Detto questo, con gli altri esperti del Comitato scientifico abbiamo ipotizzato un netto calo dei contagi intorno a metà aprile».

PREVISIONI PER IL DOPO

Invece, quando al dottor Cacopardo è stato chiesto un parere sul futuro prossimo in Sicilia, ha aggiunto: «Il virus non scomparirà dalla circolazione, e non sappiamo ancora se porterà a una immunità di gregge. Insomma, dovremo conviverci in attesa di un vaccino. In che modo? Dipende solo da noi. Se dopo il crollo di contagi torniamo a vivere subito come prima, allora sì che ci sarà un picco a punta. Se invece manteniamo per un altro mese il distanziamento sociale, tornando gradualmente alla normalità, allora i contagi saranno sporadici, fino a spegnersi quasi del tutto». Molto meglio che vivere in attesa del “picco”.


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1 commento

  1. Che qualcuno ci resti male in assenza del picco ,ottusità degli innamorati delle teorie metàscientifiche ? 1) se non vola con grande autonomia non è lui che cerca l’ ospitalità ma è l’ uomo che ci va incontro.2) Se lo conosci lo eviti .Adesso siamo avvisatj al di la di ogni possibile ignoranza.3) l isola non è l’ opposto del villaggio globale ma più gestibile di una metropoli . 4) L’arretratezza ,il sottosviluppo ,l’ essere un po ai margini dell’ iperspazio prima o poi deve mostrare ,’ altra faccia della medaglia. 5) Per chi non avesse imparato dalla prima lezione ,una prima sintesi : Il troppo stroppia ,ed anche il poco ha un prezzo .Costa,ma è sicuramente sostenibile .

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