Piero Gratton è un nome che a molti forse dirà poco. Ma a chi ha interessi verso design e grafica, nel mondo del calcio, il suo nome non è affatto ignoto.
GLI STEMMI NEL CALCIO
Piero Gratton, mancato il 3 aprile 2020 all’età di 80 anni, è stato per 25 anni il responsabile del gruppo di grafica dei servizi giornalistici del Tg2 in rai. E padre creativo in primis del “lupetto” della Roma a cavallo tra fine anni ’70 e anni’ 80. Gratton è stato anche il padre delle aquile stilizzate del Palermo e della Lazio, e del galletto del Bari. In particolare, i loghi portati a Roma, sponda giallo rossa, e Palermo, sono stati tra i più belli e riusciti, oltre che apprezzati, dai tifosi. La Roma, molto attenta a non perdere i suoi simboli migliori, ancora oggi nelle sue divise propone una maglia con l’inconfondibile lupa su campo bianco, incorniciata da un doppio cerchio giallo rosso.
NEL RECENTE PASSATO
Anche il Palermo, negli ultimi anni della gestione Zamparini ha graficamente riproposto l’aquila col colletto rosa creata da Gratton – quella contornata da un rombo di colore verde – nella terza maglia da gara ed in quelle dei portieri nelle stagioni 2015/16 e 2016/17. La morte di Gratton quindi ci dà spunto per rispolverare un vecchio quesito non ancora del tutto soluzionato dalla nuova società capitanata da Dario Mirri e Tony di Piazza. L’importanza, tutt’altro che marginale, dei loghi. Di uno stemma nel quale riconoscersi ed identificarsi a pieno con la propria squadra del cuore.
L’IMPORTANZA DI UNO STEMMA
Inutile negarlo, l’aquila stilizzata apparsa nelle maglie di questa ultima rinascita non ha ancora superato (e probabilmente mai lo farà) il fascino, la bellezza, la forza e la personalità dello stemma di Gratton e di quello dell’ultimo corso rosanero.
In un periodo in cui tutto è paralizzato dai decreti e dalle restrizioni anti covid-19 è ovvio che non possiamo avere risposte immediate. Ma il dibattito sui social sul recupero dei due loghi più amati dal tifo palermitano, fino a dicembre era molto forte.
TORNERANNO SULLE MAGLIE?
“Incalzato sul tema“, Mirri rispose che quando l’asta (si disse prevista per febbraio 2020, ma della quale non si è saputo più nulla) per riacquisire i beni ed i simboli del “ fu” us città di Palermo fosse stata istituita, avrebbero cercato di riportare nell’alveo rosa nero della nuova società le cose più importanti Mai però Mirri ha chiarito se l’ultimo vecchio logo tornerà sulle maglie o se vuole solo destinarlo nel museo del Palermo. Restiamo fiduciosi di ricevere in un futuro prossimo buone notizie.