Il Covid-19, si sà, sta colpendo duro a più livelli. E se in primis, il virus diffusosi a macchia d’olio dalla Cina colpisce la salute, subito dopo è l’economia dei Paesi a farne le spese. Ancor più se ti chiami Italia, e nel settore succitato stavi già attraversando una situazione terribile. Per non parlare poi del sud Italia, Sicilia in particolare, laddove la moria di attività imprenditoriali era sotto gli occhi di tutti. Intervistato da Palermo Live, è l’imprenditore Francesco Panasci, nel corso della nostra diretta video, a farsi portavoce dei legittimi malumori di tanti suoi colleghi.
ENNESIMA OCCASIONE PERSA DAL GOVERNO
“La situazione è di per sè tragica e non sono certo io a scoprirlo. Proprio per questo motivo, assieme a diversi esercenti locali, abbiamo deciso di creare l’associazione Impresse. Un’iniziativa nata proprio durante l’emergenza Coronavirus, volta a sensibilizzare le istituzioni riguardo il nostro comparto, già in passato mai sostenuto in maniera adeguata. Credo, in tutta sincerità – continua Panasci –, che il Governo Conte stia perdendo l’ennesima occasione di tendere, in maniera finalmente concreta, una mano a tutti quei titolari di piccole e medie imprese in questo momento costrette a chiudere la saracinesca. Dalle tanto attese e seguite dirette sui social e in tv del nostro Presidente, ci saremmo aspettati più fatti e meno parole. Quando, tramite l’esperto comunicatore Rocco Casalino, si diffonde la notizia che ci sarà un vero e proprio bombardamento di soldi per le imprese, sentirsi presi in giro è il minimo – sospira Panasci -.
C’E’ POCO DA FESTEGGIARE
“Non credo ci sia tanto da festeggiare per i soldi che, ci dicono, riceveremo. In verita, ciò che saremo costretti a fare non è altro che chiedere un prestito alle banche, sperando per prima cosa che venga accettato. L’unica certezza -afferma Panasci – è quella di indebitarci, chi per 25, chi per 50 chi per 800 mila euro, da dovere restituire in sei anni. Davvero un bell’aiuto. In buona sostanza, quella che stiamo subendo è sì una pandemia riguardante la nostra salute, ma alla quale si somma il rischio concreto di dovere, lavorativamente parlando, boccheggiare ancora più di prima. D’altronde si sà – afferma Panasci -, le imprese in Italia altro non sono che il bancomat dello Stato. Aspetto che non ci fa onore, incarnando semmai, da sempre, il cuore pulsante di questa Nazione”.
GERMANIA E FRANCIA MODELLO VIRTUOSO
“Dove sta l’ennesima genialata? Che queste 25mila euro che riceverà chi ne farà richiesta, serviranno per pagare pure le tasse che ci ha posticipato il nostro Governo. Una sorta di specchietto per le allodole – prosegue Panasci – che non può risultare credibile agli occhi di chi, come gli imprenditori, con i numeri è abituato ad averci a che fare quotidianamente. Definire questo un aiuto è un eufemismo. Aiuto è semmai quello dato ai propri imprenditori da Paesi come Francia e Germania, con la somma adeguata al momento di emergenza, erogata in 48 ore. Senza passare dalla cosiddetta mano d’aiuto tesa dalle banche.”
STESSO DISCORSO PER PRECEDENTE DECRETO
“Lo stesso decreto precedente è suonato come una truffa. Quei soldi destinati agli indigenti vaporizzatisi, ai quali si è aggiunta la farsa del malfunzionamento dei sistemi informatici dell’Inps, dimostrano la poca considerazione di chi ci governa nei confronti del popolo italiano. Popolo italiano che –afferma Panaci -, consentitemi di dirlo, si sta comportando in maniera egregia circa il rispetto della quarantena. Con gli imprenditori che non stanno battendo ciglio più di tanto nonostante la consapevolezza di quanto sarà per loro difficile rimettersi in marcia. Insomma, una cosa possiamo dire, senza tema di essere smentiti, del nostro presidente del Consiglio Conte – conclude Panasci -, ovvero che è certamente chiaro a non essere chiaro“.