Allarme “seconda ondata”: lockdown fino a maggio, Sicilia blindata

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La paura ritorna, nonostante un quadro ben più ottimistico rispetto alle scorse settimane. Per il coronavirus, l’Italia rimarrà in lockdown almeno fino al prossimo 3 maggio.

La riflessione ha portato il governo a scegliere la “linea dura”, e dunque la massima cautela, che limiterà ogni spostamento per altri 20 giorni. L’apertura sarà concessa soltanto ad alcuni, ma si tratterà di aperture mirate per alcune attività produttive.

I “PONTI” IN ARRIVO

E in tutto questo, il Viminale rafforza, e non di poco, i controlli per Pasqua. La richiesta è soprattutto per le forze di polizia, che dovranno prestare particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case. A nulla sono serviti, dunque, gli appelli di Confindustria a “far ripartire l’economia, affinché l’attuale recessione non diventi depressione” per il Paese. Una “riapertura” a fine aprile avrebbe rappresentato, probabilmente, un incentivo al movimento dei cittadini, visti i due ponti in arrivo, ovvero il 25 aprile ed il 1 maggio.

LA SECONDA ONDATA

Gli scienziati, d’altronde, ripetono sempre lo stesso ritornello “Il rischio è una seconda ondata – dice il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli – che vanificherebbe tutto il lavoro fatto finora. Nel governo ha dunque prevalso la linea più prudente, quella del ministro della Salute Roberto Speranza che ha svolto una opera di persuasione sugli alleati di governo”.

SICILIA CHIUSA

La linea dura è stata in pieno condivisa dal presidente Regione Siciliana, Nello Musumeci. In videoconferenza, nell’intervento durante l’incontro tra Governo e Regioni con il premier Giuseppe Conte, il governatore ha detto di “essere favorevole a confermare la linea del rigore e della fermezza, concordando con Palazzo Chigi la proroga fino al 3 maggio delle attuali restrizioni”. “Successivamente – ha proseguito Musumeci – ci sarà una riapertura parziale e graduale delle attività”. Si è parlato anche di cantieri stradali: “Sono lavori che possono essere svolti anche con una riduzione dei disagi per gli utenti, visto che le strade sono deserte”.

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