“Il carcere è un pezzo di città”: l’associazione Antigone in difesa dei detenuti

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Il settore delle carceri è oggi al centro dell’attenzione nazionale per i problemi sanitari generati dall’emergenza coronavirus. A rispondere alle esigenze dei detenuti arriva in soccorso l’associazione Antigone che, in tutta la Penisola, è da anni attiva per la difesa dei diritti e delle garanzie del sistema penale. E’ stata fondata da figure illustri come Stefano Rodotà, Massimo Cacciari o Mauro Palma, garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Nell’Isola l’associazione è presente soltanto dal 2015 ma, come nel caso di Palermo, i componenti si sono già attivati per creare un sistema adeguato per rispondere alle necessità di chi ha una pena da scontare. Antigone Sicilia è costituita dal presidente, Pino Apprendi e da altri 5 fondatori, tutti avvocati. Si tratta di Francesco Leone, Stefano Giordano, Giorgio Bisagna, Edoardo Camilleri e Giuseppe Lunardo.

Il presidente di Antigone Sicilia, Pino Apprendi, ai nostri microfoni ha spiegato l’iniziativa “Il carcere è un pezzo di città”: “Antigone nazionale ha lanciato l’idea – spiega – di aggiungere all’articolo 67 dell’ordinamento penitenziario la figura dei sindaci”. La suddetta norma riguarda i soggetti, riconosciuti dal legislatore, che possiedono l’autorizzazione per visitare le carceri.

ORLANDO IN VISITA ALL’UCCIARDONE

Il primo sindaco in Italia a voler partecipare alla campagna è stata Chiara Appendino. Ma anche il sindaco Orlando, fa sapere il presidente siciliano, si è mostrato sin da subito a favore di questa iniziativa: “Insieme a lui, la scorsa estate, siamo stati al carcere dell’Ucciardone, perché riteniamo – sottolinea Apprendi – che il carcere è un pezzo della città, non una realtà esterna. Anche a seguito dei servizi che collegano gli istituti con le varie attività comunali. Come ad esempio l’erogazione dell’acqua o il sistema dei trasporti cittadino attraverso alcune fermate vicine alle carceri, utili ai parenti dei detenuti”.

CARCERI E CORONAVIRUS

La possibilità dei sindaci di avere il polso della situazione all’interno di queste strutture è più che mai fondamentale in questo momento. I colloqui sono vietati e le attività di volontariato non possono svolgersi a causa del virus. Dall’esterno è difficile sapere qual è la reale situazione dal punto di vista sanitario. Il sindaco, quindi, è una delle figure di sostegno più importanti per garantire i diritti dei detenuti e per creare un collegamento tra a realtà interna ed esterna. Tutto l’anno i membri dell’associazione visitano le carceri di tutta Italia per ascoltare le esigente dei detenuti. Tutte le lacune del sistema penitenziario, ad esempio i problemi di igiene e sanitari, trovano un acerrimo nemico, pronto a rappresentarle dinnanzi alla direzione delle carceri e al direttore regionale del dap.

LA SITUAZIONE NEL PALERMITANO

Dalle visite compiute negli istituti penitenziari palermitani è emerso il problema della mancanza di un’area di sosta e accoglienza al carcere per i familiari in visita ai detenuti. “E’ un elemento che manca all’Ucciardone. Nonostante le visite – prosegue Pino Apprendi – avvengano per appuntamento capita spesso che vi siano famiglie, anche con bambini piccoli, ad aspettare all’aria aperta sia d’estate sotto il sole rovente che colpisce la città e sia d’inverno con il freddo e la pioggia. Ultimamente il servizio è nettamente migliorato rispetto al passato ma con tutto ciò vi sono ancora diversi problemi. Al Pagliarelli, però, quantomeno – conclude – è presente una struttura esterna coperta“.


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