Gruppo Facebook unisce chi cerca e chi offre consegne a domicilio

In un sito di Facebook si incontrano chi offre consegne a domicilio e chi li offre, seguendo regole chiare e essenziali per un utile servizio

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Sull’onda dell’emergenza coronavirus su Facebook è nato dal nulla un gruppo che in un paio di settimane ha giĂ  quasi 10mila iscritti. Si chiama “Consegne a domicilio Palermo”. Ăˆ semplice e geniale, ed ormai marcia alla “velocitĂ ” di 250 iscrizioni al giorno. Unisce sulla stessa piazza (virtuale) chi cerca un servizio a domicilio di qualsiasi genere, e chi è pronto a fornirlo. Spazia fra i prodotti piĂ¹ disparati, dalla pianta per il balcone ai calamari freschi, dalle zucchine di giornata alla farina integrale. Ăˆ un po’ come il classico passaparola,ma spostato sui social: trovi il pescivendolo di fiducia e lo consiglia all’amico.

NON C’Ăˆ PUBBLICITĂ€

La prima regola è aiutare, la seconda rispettare. La pubblicitĂ  è bandita: se qualcuno cerca di intrufolarsi e postare pubblicitĂ  di avvocati o televendite viene subito cassato. Per questo la platea si è ingrandita a dismisura in pochissimo tempo, e fra gli stessi commercianti che si sono iscritti c’è chi aveva deciso di chiudere e invece adesso si trova sommerso di ordini, e spesso si trova costretto a rifiutare qualche richiesta.

UN’IDEA DI TRE AMICI

Tutto è nato per caso da un’idea di tre amici, che non pensavano di potere avere questo successo. Ma sono contenti, perchĂ© ci sono commercianti che lavorano, mamme felici di ricevere un aiuto e persone anziane che trovano compagnia. «Sono in tanti che ci hanno ringraziato ─ dicono ─, perchĂ© hanno ricominciato a lavorare. Ma anche anziani che non vogliono o non possono uscire e ricevono cibo fresco a domicilio».

POCHE REGOLE

Le regole alle quali ci si deve attenere sono poche, ma essenziali. La prima regola è aiutare, la seconda rispettare. Inoltre è proibita la pubblicitĂ , come detto. Vanno inseriti i prezzi, deve essere chiarito se c’è un costo per il delivery, e sopratutto non pensare di fornire merci o servizi non adeguati. Insomma una utilissima rete solidale.


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