Auguri a Tony Di Piazza, lo “zio d’America” del Palermo. Il vicepresidente del club rosanero compie gli anni e la sua bacheca facebook, come quella della società rosanero, è già inondata dai messaggi dei tifosi. Alcuni lo chiamano “Presidente”.
Sì, perché l’imprenditore di origini siciliane è diventato subito un beniamino dei sostenitori rosanero. Ha saputo farsi apprezzare per quel carattere mostrato in questi mesi, per le sue parole e le sue sane ambizioni per il futuro della società e, probabilmente “nella” società .
L’OFFERTA DI ACQUISIZIONE DELLA VECCHIA SOCIETÀ
Diciamolo pure, Di Piazza sta gestendo benissimo il suo ruolo da “numero due” nel club. Che è diverso dal suo obiettivo di partenza. Ovvero, quello di assumersi la responsabilità di guidare la rinascita del calcio in città , dopo la farsesca scomparsa del Città di Palermo di Zamparini e dei fratelli Tuttolomondo. Anzi, l’imprenditore immobiliare e presidente del’Associazione culturale Italiani nel Queens aveva pure fatto un’offerta a Rino Foschi, attraverso il suo buon amico Gianluca Paparesta, senza però ricevere risposte. Così aveva raccontato nelle giornate concitate del passaggio della ormai defunta società .
Poi, per scelta o per necessità , l’alleanza con Mirri e il ruolo di socio di minoranza nella nuova SSD.
In questi mesi i due non hanno sbagliato una mossa, sul piano della gestione e su quello della comunicazione. Fino a ora non si sono mai pestati i piedi a vicenda. Se Di Piazza ha ambizioni di prendersi la maggioranza del club, sta dimostrando di essere un ottimo stratega, di saper aspettare il momento opportuno. Probabilmente, quando ci sarà bisogno di sforzi economici al di sopra delle possibilità dell’attuale assetto societario. Lui lo disse già poco più di un anno fa in un’intervista: quando gli chiesero se avesse la forza economica di riportare il Palermo in alto in 3/4 anni. Rispose con un laconico, ma eloquente “Certo”.
Ma non è il caso di avventurarsi in ipotesi ed illazioni.
MIRRI-DI PIAZZA: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA DI VALORE
Di sicuro, lo zio d’America del Palermo è amatissimo dai tifosi. Almeno quanto lo stesso Mirri. Sono due facce di una medaglia di valore. Similitudine che può essere rovesciata: la medaglia è una, ma le facce restano due. Quale dei due è più apprezzato? È una domanda che vale quanto “Vuoi più bene a mamma o a papà ?”.
Difficile dirlo. Tutti e due hanno in comune una passione autentica per i colori rosanero. Mirri ha incarnato perfettamente, anche nell’immaginario collettivo, l’eredità del prozio Renzo Barbera, il presidentissimo tifoso del quale un paio di giorni fa abbiamo celebrato l’ideale centesimo compleanno. Aveva provato a contribuire al salvataggio del vecchio club, con 2,8 milioni di euro, ha continuato a seguire le partite dal suo posto in gradinata, quando non addirittura a ridosso del campo di gioco. C’è una fotografia che lo ritrae nella stessa posa, ormai iconica, di Barbera, mentre guarda la partita seduto appoggiato a un muretto a bordo campo. Mirri è affabile, disponibile, si ferma per strada a salutare i fan che lo riconoscono, come fratelli nel tifo. Ma è una persona che non cerca i riflettori a tutti i costi, che si esprime poco o nulla, se non sollecitato, dall’aplomb british, se vogliamo.
DI PIAZZA AMBASCIATORE DEL PALERMO NEGLI STATES
Di Piazza appare più gioviale, ancor più affabile, esplosivo nel modo di approcciarsi e di comunicare. Anche attraverso i social, con cui azzera la distanza oceanica, in senso letterale, tra Palermo e New York. Segue giornali e siti, tutti, anche il nostro, come faceva lo stesso Barbera, che non si perdeva una trasmissione sulle tv locali che parlassero del Palermo, pur passato ormai in altre mani. Dialoga coi tifosi, partecipa alle trasmissioni televisive, anche sulle reti nazionali, sempre con quel sorriso bonario e disponibile, con la sciarpa rosanero sulle spalle, mentre segue le partite del Palermo in mezzo ai siculo-americani newyorkesi. Un vero e proprio ambasciatore del Palermo oltreoceano, dove avrebbe voluto portare la squadra per una tournée, per un reciproco abbraccio con la comunità palermitana e siciliana negli States, per festeggiare la promozione con una amichevole coi New York Cosmos. Del resto, Di Piazza è consapevole delle potenzialità e dell’appeal del Palermo tra le tante comunità di siciliani sparsi nel mondo e del fatto che questo possa diventare un punto di forza del club anche in termini di marketing e, quindi, di ritorno economico.
Ed è uno diretto, immediato anche nelle dichiarazioni, che non le manda a dire e che prende posizione anche nei momenti più infuocati, come nei giorni delle polemiche montate da Torre Annunziata che accesero ancor di più la rivalità tra Savoia e Palermo: “Certi pensano alle guerre. Noi preferiamo vincere. Forza Palermo!”. Altro che polverosa diplomazia! Altro che toni attenuati. Il mondo del calcio vive anche, se non soprattutto, di passioni, che apprezza chi sa trasmetterle. E in questo, lo zio Tony è un maestro.
Dove lo porteranno, queste qualità , oggi non lo sappiamo. Per adesso, ci accontentiamo di fargli gli auguri di buon compleanno.
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