Il 24 aprile 2019, un anno fa, venne comunicato ufficialmente che la Arkus Network era la nuova proprietaria della Us Città di Palermo. “L’U.S. Città di Palermo – si leggeva nel comunicato – nella persona di Daniela De Angeli, e Arkus Network Srl, nella persona del legale rappresentante Walter Tuttolomondo, comunicano che in data odierna tra le parti è stato sottoscritto l’accordo di closing finalizzato al trasferimento dell’intero pacchetto azionario (100%) del Palermo Football Club SPA e sue controllate, che verrà perfezionato nei prossimi giorni. Si ringraziano i dirigenti del club, professionisti e consulenti tutti che hanno contribuito al raggiungimento degli accordi. Seguirà una conferenza stampa in data da definire”.
SALTATA LA TRATTATIVA CON LA YORK CAPITAL
La trattativa con la York Capital, che fino al giorno prima sembrava molto bene avviata, era naufragata per una clausola relativa al debito di Mepal, che gli americani si sarebbero rifiutati di firmare dopo avere sentito il parere dei loro legali. Il management che allora era a capo della società rosanero, cioè Daniela De Angeli e Rino Foschi, ritenendo congrue e affidabili le offerte e gli impegni della Arkus Network, con un colpo di scena avevano messo la società nelle mani dei fratelli Tuttolomondo, di Vincenzo Macaione, Roberto Bergamo e di Fabrizio Lucchesi, supportati dall’allora presidente della Sicindustria Alessandro Albanese.
ERA ARRIVATO DELIO ROSSI
Il giorno prima era arrivato Delio Rossi al posto di Roberto Stellone, e il 25 aprile, esattamente un anno fa, per “festeggiare” il nuovo allenatore e i nuovi proprietari, la società decise che l’allenamento si sarebbe svolto allo stadio Barbera, a porte aperte. Circa 2.000 tifosi si recarono allo stadio, anche per salutare uno degli allenatori più amati, al quale dedicarono calorosi applausi. Ma ci furono anche tanti cori contro la De Angeli, che fino ad allora era stata la nuova “proprietaria” delle quote, per l’inaspettata e repentina cessione della società alla Arkus Network. C’era sugli spalti, comunque, anche uno striscione di ringraziamento: qualcuno ci credeva, o ci sperava.
L’INIZIO DELLA FINE
Invece quel 25 aprile, quando durante l’allenamento i tifosi intonavano cori cantando “torneremo in serie A”, segnò invece l’inizio della fine di quel Palermo. Arrivò il deferimento per le irregolarità amministrative, i Tuttolomondo & Co. non sanarono niente. Non solo non arrivò la promozione diretta, ma la squadra rosanero non riuscì neppure a disputare i play off. E non fu neppure iscritta al campionato si serie B. Una catastrofe. Il resto è storia di oggi.
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