Ieri, nel giorno della Liberazione, durante la maratona di presentazione di Palermo Live, tra i vari argomenti toccati non poteva mancare lo Sport. Salire sull’immaginaria macchina del tempo, ha portato la nostra redazione e i tifosi rosanero a rivisitare gli anni 90′. Una mezz’ora piacevole e ricca di emozioni, grazie alla presenza di ospiti quali Francesco “Ciccio” Galeoto, il ragioniere di centrocampo Massimiliano Favo, e l’indimenticato presidente Giovanni Ferrara. Gli argomenti toccati sono stati tanti e vari. Il gol del terzino palermitano in Coppa Italia al Vicenza, festeggiato a suon di decibel da record dalla Favorita così come il cuore del regista partenopeo, conquistato dal capoluogo siciliano definito realtà gemella della sua Napoli. Impossibile poi, non ricordare il campionato del Palermo dei picciotti di Ignazio Arcoleo, soltanto per un piccolo contrattempo assente dalla nostra chiacchierata virtuale.
Nel romanzo rosanero, un periodo sì ricordato in chiaro scuro dai tifosi oggi over 40, ma durante il quale, tuttavia, è giunto l’unico trofeo mai conquistato dal Palermo: la Coppa Italia di serie C. Regista incontrastato di quel decennio, dal 1989 fino al 2000, fatta eccezione per la parentesi 1993/1995 targata Liborio Polizzi, fu Giovanni Ferrara. Raccoglieva l’eredità vincente di Salvino La Gumina (il presidente della rinascita post radiazione dell’86’), l’imprenditore nel settore della pasta. Con lui, i tifosi sognavano di riappropriarsi quanto meno di quella serie B ingiustamente sottratta anni prima. Serie cadetta che, tra l’amarezza di due finali di Coppa Italia sfumate prima contro la Lucchese poi col Monza, giunse al secondo tentativo.
Con Di Marzio in panchina, quel Palermo di Ferrara, infallibile tra le mura amiche ma colabrodo fuori, tornò dritto all’inferno. Dal quale però, l’anno successivo si tirò fuori centrando l’indimeticabile duplete Campionato/Coppa Italia. Correva l’anno 1992/1993, e di quella squadra, in cui spiccavano elementi come Biffi e Bucciarelli in difesa, Battaglia a centrocampo, Cecconi e Buoncammino in attacco, facevano parte anche i nostri ospiti Favo e Galeoto. Due anni dopo, in occasione della stagione 1994/1995, con Salvemini al timone, il duo Ferrara-Polizzi allestì una squadra che, nomi alla mano, dopo tanti anni faceva sperare nel ritorno nella massima serie.
ZAMPARINI TRA MERITI E COLPE
“Fu un’annata segnata da risultati altalenanti oltre che da un feeling mai esploso con Salvemini, persona umanamente squisita ma con il quale spesso c’erano incomprensioni. Fu un anno di grosse difficoltà. Addirittura, ricordo bene, una sera ci fu un confronto duro tra l’allenatore e Polizzi. La squadra c’era ma purtroppo non è andata come speravamo. Lo sforzo economico per allestirla fu importante. Portammo giocatori di spessore e di categoria con l’obiettivo di vincere il campionato – ricorda Ferrara-“. Majellaro, Iachini, Petrachi, Taccola, Brambati, Campilongo, Mareggini. Praticamente un piccolo antipasto di quello che, diversi anni dopo, nell’era Zamparini, poterono godere i tifosi del Palermo.
“Non sono mai stato un suo sostenitore ma, con la massima onestà intellettuale, non si può negare quanto abbia giovato alla storia rosanero la presidenza del friulano. Ha permesso alla piazza di conquistare la serie A dopo un trentennio, ha portato grandi giocatori e scritto pagine indimenticabili. Peccato – sospira Ferrara – che l’epilogo amaro abbia offuscato quanto di buono ha fatto”.
MIRRI PANE E CALCIO
Adesso, a distanza di vent’anni, da un imprenditore palermitano ad un altro.”Conosco la famiglia Mirri, il calcio ce l’hanno nel sangue, essendo tra l’altro imparentati con un certo Renzo Barbera. Non penso che, in una fase delicata come quella della rinascita, al Palermo e ai suoi tifosi potesse andare meglio. La promozione? Credo che al Palermo spetti, nonostante satrebbe stato bello ottenerla sul campo. Bisogna comunque attendere fiduciosi l’evoluzione degli eventi – prosegue Ferrara -, ricordando sempre che gli interessi in ballo sono tanti e i più disparati. Diciamo che, in questo momento di incertezza, ciò che vale di più è l’auspicio di vedere il Palermo giocare l’anno prossimo in Lega Pro“.
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