Parrucchieri e ristoranti in rivolta: dalla Sicilia parte la protesta

IN VISTA DURE CONTESTAZIONI DOPO IL DPCM DI CONTE

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Non siamo ai livelli dei celeberrimi “Vespri Siciliani” ma la rivolta, a quanto pare, promette di scombussolare l’opinione pubblica di una delle due isole maggiori e, successivamente, di tutta l’Italia. La vecchia Trinacria, infatti, potrebbe diventare il semaforo verde di una protesta che, nelle ultime ore, potrebbe sgommare sempre più in giro per lo Stivale: dopo il discorso di Giuseppe Conte, inerente al nuovo DPCM, parrucchieri e ristoranti hanno scoperto che potranno riaprire soltanto a giugno. E la notizia, ovviamente, non ha fatto piacere ai tantissimi titolari delle attività.

PARRUCCHIERI E RISTORANTI SUL PIEDE DI GUERRA

L’Esecutivo di Giuseppe Conte, Premier del Governo, chiede nuovamente paziente a parrucchieri e ristoranti che potranno riaprire i battenti soltanto a giugno. Manca più di un mese, ancora. La chiusura forzata, ovviamente, sta incidendo negativamente sulle attività e moltissimi piccoli imprenditori potrebbero fallire per colpa delle restrizioni portate dal Coronavirus. Questa prospettiva ha reso inquieti tutti i titolari delle attività: dalla Sicilia è pronta a partire una dura protesta che potrebbe, presto, valicare lo Stretto di Messina divampando in tutta Italia. I vertici regionali della Cna lanciano un appello alla Regione:

“Facendo leva sul fatto che la parabola del contagio sia ormai vicina allo zero, rivendichi una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da  consentire ad acconciatori e centri estetici,  e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2.  Sarebbe stato opportuno, in questa ottica fare prevale il buon senso ed investire in modo significativo sulla sicurezza e sul rispetto delle regole, invece di adottare la linea dura dello slittamento, ignorando che tutto questo si tradurrà in un sonoro ‘incasso zero’ per oltre 3 mesi.  Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia dell’avanzata e diffusione dell’esercizio abusivo della professione”.

Arrivano proteste anche dalla Confesercenti Sicilia attraverso il presidente dell’area Immagine e Benessere, Nunzio Reina:

“La decisione del governo mette in ginocchio la categoria. Non c’è alcun intervento a favore di questo comparto. Ieri sera è arrivato un macigno. Non siamo in grado di continuare. Ci hanno preso a calci in bocca. Se non ci mettono in condizione di aprire le aziende saremo noi gli abusivi di domani. Chiediamo la dignità del lavoro, non vogliamo assistenzialismo, ma andare a lavorare”.

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