Ristoratore di Mondello: “Bisogna sfruttare gli spazi all’aperto”

Alcuni imprenditori si sentono penalizzati dalle ultime decisioni sulla Fase 2. Da Mondello arrivano alcune proposte per ripristinare le attività di ristorazione

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L’Italia si appresta ad accedere alla cosiddetta Fase 2, in merito all’emergenza COVID-19 che ha colpito il nostro Paese, in questi due mesi. Ma alcune decisioni del Governo non soddisfano gran parte dei commercianti, soprattutto quelli che operano nel settore della ristorazione. Per questo motivo, la nostra redazione ha contattato telefonicamente un ristoratore di Mondello.

mondello

COSA PREVEDE LA FASE 2 PER BAR E RISTORANTI

Innanzitutto, occorre specificare cosa è stato deciso riguardo la ripresa delle attività di ristorazione e bar. Dalla prossima settimana, sarà possibile la riapertura delle attività ristorative solo per la vendita di cibo da asporto, evitando qualsiasi assembramento in prossimità dei locali. La riapertura definitiva, seguendo sempre le norme di distanziamento sociale, dovrebbe essere prevista per il mese di giugno.

LE REAZIONI DEI COMMERCIANTI DI MONDELLO

I proprietari delle attività ristorative di Mondello, a Palermo, hanno già manifestato il proprio dissenso nei giorni scorsi. I titolari dei ristoranti e dei bar della nota località marittima siciliana sono scesi, pacificamente, in piazza, lo scorso 27 aprile, per protestare contro questa decisione. Scelta del governo che, a loro dire, penalizzerà sia gli imprenditori che i dipendenti, a rischio licenziamento.

IL PENSIERO DI UN RISTORATORE PALERMITANO

Contattato telefonicamente Piero Giammanco, titolare della Trattoria da Piero, presente, appunto, nella piazza di Mondello ci ha spiegato la situazione che stanno vivendo gli imprenditori nell’ambito della ristorazione. Con il suo intervento, ha voluto mettere in chiaro la situazione di difficoltà in cui si trovano molti addetti ai lavori come lui: “Il problema principale nostro è che non vogliamo licenziare i ragazzi che lavorano nei nostri ristoranti. A prescindere da Mondello, con le nuove normative, c’è il rischio di un licenziamento in massa, a livello nazionale. Un ristorante non può portare avanti la propria attività solamente con l’asporto, perché non ci recupera nemmeno le spese.

Poi, prosegue con una provocazione: “Potrei anche aprire da solo, portando avanti la mia attività a conduzione familiare. Licenzierei i dipendenti, perché non potrei pagarli. Ma, a quel punto, lo Stato dovrebbe garantire tutte le tutele per questi ragazzi che resterebbero senza lavoro. E come farei io, in questo modo, lo farebbe chiunque, in tutto il Paese. Il nostro governo sarebbe in grado di pagare tutte queste persone licenziate? In questo momento, i miei ragazzi, dopo due mesi da quando abbiamo chiuso, non hanno ancora ricevuto alcun aiuto da parte dello Stato. Lo sto garantendo io, con un supporto economico. E io ho cinque dipendenti”.

CI VUOLE SUPPORTO DA PARTE DELLO STATO

Piero Giammanco chiede un aiuto da parte dello Stato: “Abbiamo già parlato con qualche politico che proverà ad avanzare le nostre proposte. Noi non chiediamo di aprire subito, siamo anche disposti a riaprire tra un mese o due mesi. Ma lo Stato deve garantirci il minimo, per poter pagare le nostre spese: affitti, luce, acqua. Non vogliamo regalato nulla, chiediamo che in questo momento ci vengano incontro. Quando si riaprirà, saremo ben lieti di pagare i nostri eventuali debiti con le utenze. Io potrei anche pagare le bollette della luce e dell’acqua, ma se la situazione si protrae per altri cinque o sei mesi, dove vado a prendere i soldi per pagare le utenze?”

LA SOLUZIONE PROPOSTA DAI COMMERCIANTI

Infine, il titolare della Trattoria da Piero, conclude il suo intervento avanzando la proposta che potrebbe risolvere il problema: “Occorre fare qualcosa per superare questa crisi ed evitare che si giunga a una guerra civile. Una cosa da fare, in tutto il Paese, potrebbe essere quello di abbattere i muri burocratici e utilizzare al massimo gli spazi aperti. Nel caso nostro, con piazza Mondello: mettere dei tavoli sul suolo esterno, con un piano prestabilito e mantenendo le distanze previste. In questo modo, rispettando le regole dell’igiene e del distanziamento sociale, si potrebbe permettere alla gente di riprendere a frequentare i locali pubblici e garantire il posto di lavoro ai nostri dipendenti. Si potrebbe fare ovunque e il periodo dell’anno ce lo permetterebbe, con l’arrivo dell’estate. Potremmo utilizzare, singolarmente, i nostri tavoli, oppure tavoli comuni, come avviene nei centri commerciali. Io capisco le responsabilità del capo di governo e le giustificate precauzioni, però occorre trovare una soluzione”.

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