Cateno De Luca come Giufà, una ne pensa e cento ne fa

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Cateno De Luca è ormai una superstar! Non potrebbe essere altrimenti. È furbo l’amico peloritano, ha capito tutto in termini di comunicazione. Ha imparato perfettamente che ci sono degli ingredienti che portano i politici in cima ad orgasmi populistici. Non solo: ha capito che una valanga di persone sogna “l’uomo forte al comando” e sta cavalcando con piglio deciso la tigre del consenso maggioritario.

Il sindaco di Messina Cateno De Luca un Consiglio comunale straordinario, alla presenza della giunta al completo convoca per protesta alla rada San Francesco, luogo di sbarco dei traghetti privati auto-passeggeri provenienti dal continente. MESSINA, 23 marzo 2020. ANSA/CARMELO IMBESI

UNA POPOLARITÀ IN ASCESA

La popolarità del primo cittadino messinese ha ormai raggiunto l’intero stivale italiano, grazie a prestazioni di livello assoluto fornite in TV o in video diventati immediatamente virali. Al tempo dei termoscanner sono i social il vero termometro della popolarità ed è chiaro che il sindaco della città dello stretto abbia voluto riprodurre in salsa sicula quanto a livello nazionale già sperimentato da leader del calibro maggiore. Sperando che altre figure di spicco come Scheletro e Cunciatta non gli rubino la scena…

UN ATTORE DA OSCAR DAVANTI ALLE TELECAMERE

E allora eccolo Cateno De Luca arringare i presenti al porto di Messina con postura da novello ducetto solo per prendersi beffe del presidente della regione Musumeci o prodursi in gaffe più o meno volontarie storpiando il cognome di Alessandro Cecchi Paone in Cecchi Pavone. Pluri-presenzialista in leggendari collegamenti in diretta con Barbara D’Urso, i tanti vaffa al ministero dell’interno che gli sono valsi una denuncia (poi ritirata) da parte della titolare del dicastero, la ministra Lamorgese. La propria voce assegnata ai droni anti-disobbedienti con tanto di perentoria ammonizione e il colpo di genio del fuoriclasse: l’ordine di astinenza sessuale a tutti i messinesi fino al mese di ottobre. Un modo elegante per perculare il premier Conte e la sua ultima conferenza stampa. Insomma, un campionario di prima scelta divertente come un’appendicectomia senza anestesia.

UN CHIODO FISSO: LA BANCA DATI!

In mezzo a queste esibizioni da avanspettacolo Cateno De Luca ha un pensiero fisso, una panacea per ogni male: la banca dati. Sbarchi da Villa San Giovanni? Ci vuole una banca dati. Riapertura delle attività? Ci vuole una banca dati. Un ritornello ripetuto come un mantra ad ogni intervento in quelle trasmissioni dai toni quasi bisbiglianti che solitamente non vanno mai sotto i 200 decibel. Anche a TV spenta. Sì, proprio quelle trasmissioni dove i meridionali vengono ancora descritti come scimmie ammaestrate. 

ALLA PROSSIMA PUNTATA…

L’attesa per le prossime performances di De Luca è trepidante. Con quali effetti speciali ci stupirà la prossima volta? Ma soprattutto: esiste un limite alla politica fatta in stile “Bagaglino”? Quella, per intenderci, fatta a base di sosia ed imitazioni come quella che spadroneggiava sul grande schermo a cavallo degli anni ‘80 e ‘90?

La vena istrionica di De Luca, piaccia o meno, ha creato fans e detrattori. E persino imitatori che prendono di mira il sindaco di Messina con gag ai limiti del surreale. Resta il fatto che nell’epoca dei social alzare i toni fa conquistare audience ma espone a rischi. Il rischio della beffa.

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