Entrare nel tunnel del Covid-19, sperare invano in un più tempestivo aiuto da parte degli organi sanitari e, tra mille paure avere la forza di uscirne quasi da sola. E’ la paradossale vicenda toccata a Maria Fontana, anziana signora palermitana che, al ritorno dal nord Italia, zona dove vivono due delle sue tre figlie ha scoperto di avere contratto il virus. Venti giorni trascorsi a Bergamo, una delle città più colpite dal coronavirus e laddove, con tutta probabilità sarà avvenuto il contagio. A raccontarci dell’Odissea attraversata dalla mamma è Marianna Mannalà, protagonista della nuova diretta di Palermo Live.
POCA FEBBRE MA TANTI DOLORI
“Mia madre rientra da Bergamo il 3 marzo, e comincia ad accusare i primi sintomi tipici del Covid-19 dopo un paio di giorni. Tranne la febbre, tanta fiacchezza, dolori al petto e alle spalle e tosse. Dopo quattro giorni, chiamando il numero verde della Protezione civile facciamo richiesta del tampone che, puntualmente, tramite prelievo viene effettuato in casa da una dottoressa. Invano abbiamo atteso che trascorressero le 24/48 h da protocollo per conoscerne l’esito. Dopo quattro giorni allo scuro di tutto, sia io che le mie sorelle dal nord ci siamo attivate per capire cosa stesse succedendo in merito al risultato del tampone”.
ESITO DEL TAMPONE A DISTANZA DI 10 GIORNI!
“L’ulteriore paradosso – racconta Marianna – è dovuto al fatto che l’esito dello stesso non lo avrebbero comunicato neanche alle figlie, in quanto a richiederlo deve essere lo stesso paziente. Se si immagina lo stato in cui versava mia madre, donna anziana in preda a dolori fisici oltre che a sconforto psichico, il quadro della situazione ha dell’incrdibile – sospira Marianna. Dopo tante peripezie, il 13 marzo, dopo ben dieci giorni, appurata la positività al covid-19, si è messo in moto il meccanismo dei soccorsi. In tutto questo, essendo io in quarantena, e dunque impossibiltata ad assistere mia madre, il personale sanitario presentatosi le ha prospettato l’eventualità di un ricovero a Trapani o Partinico. Lascio immaginare una persona avanti negli anni, lontana dai propi cari nonchè debilitata dal Covid-19 come si sarà sentita davanti la prospettiva di vedersi intubata. Ricovero che, fortunatamente non è comunque mai avvenuto.”
UN INCUBO SENZA FINE
Da lì è iniziata tuttavia la seconda parte della disavventura. Con me fuori causa, è stato molto spiacevole dovere assistere ad un continuo rimbalzare di responsabilità, a cominciare dalla Protezione Civile. Sapere mia madre dovere, in assoluta solitudine, provvedere ad auto somministrarsi i farmaci e a preparsi da mangiare è stato uno strazio. Nonostante un doveroso ringraziamento – prosegue Marianna -, vada fatto al nostro medico di base che, nei limiti del possibile si è attivato prescrivendole una terapia utile ad attenuare i sintomi del Covid-19, mi sarei aspettata quantomeno la segnalazione agli organi sanitari di competenza. Sarebbe stata d’uopo una maggiore capacità di comunicazione tra gli organi preposti a prestare soccorso in questi stati di emergenza. E’ poi assurdo dovere sentire che la lentezza d’intevento è scaturita dal numero di telefono errato di mia madre in loro possesso. In tempi come quelli odierni, in cui i modi per comunicare sono i più disparati non credevo alle mie orecchie.”
VOGLIA DI NORMALITA’
“Altrettanto inammissibile è che, a comunicare all’ufficio competente la situazione di mia madre fossimo noi figlie. Così come, al contempo, non è normale che non sia stato richiesto un tampone per la sottoscritta, venuta a contatto con un soggetto positivo al covid-19. Fortunatamente – dichiara Marianna -, il secondo tampone, seppure dopo dieci giorni, abbiamo appreso essere positivo. Insomma, una sorta di incubo dal quale siamo usciti tutti quanti, chiaramente mia madre in primis, più forti. Adesso, la speranza è di potere, gradualmente, riappropriarci della normale quotidinità. Ma questo è un augurio rivolto a tutti quanti.“
A fornire aiuto tramite recapito della spesa alla signora Fontana, purtroppo, causa mancato avviso, ad emergenza da contagio Covid-19 terminata, è stato Salvo Altadonna, consigliere della V^ circ. del Comune di Palermo. La sua testimanianza nel corso della diretta Live che vi proponiamo.
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