Dalla A alla Serie D il calcio vorrebbe ripartire ma il tempo stringe

Il calcio italiano non riesce a trovare una linea comune per decidere come risolvere le conseguenze dello stop da corona virus. Permane difficile trovare una soluzione che accontenti tutti.

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Il dibattito nazionale su fasi uno, due, tre, post covid19, sull’opportunità di aprire o meno il Paese è costante. Preme anche il tema relativo al calcio nazionale di ogni categoria.

TORNARE IN CAMPO O NO?

Dibattito sul quale non è affatto compatto il fronte che mira al ritorno del calcio in campo. Alcuni club con la Lazio di Lotito in testa vorrebbero tornare in campo quanto prima. Tra i tornei piú importanti d’Europa, in Francia la ligue1 è stata già cancellata, Inghilterra e Spagna contano di ripartire, la Germania lo sta per fare, sia pure con molti timori dell’ultim’ora. Gravina non sente ragioni e chiede di poter concludere la stagione tornando in campo per fine maggio o primi di giugno. Diversamente, sostiene che sarà tutto il sistema calcio a rischiare il tracollo.

Gabriele Gravina (figc)

FRONTE DEI CLUB DISGREGATO

Non esiste un fronte unito, visto che club come Udinese, Samp, Genoa e Brescia non ne hanno molta intenzione. Lotito, ancora lui, sostiene che non ripartire potrebbe far fallire qualche club di A. La sensazione invece è solo che si cerchi di tutelare gli introiti che il pianeta calcio perderebbe se il campionato venisse stoppato in modo definitivo, senza però considerare  oggettive problematiche di ordine sanitario ancora tutt’altro che superate. In tal senso la permanente positività dell’ex Palermo Paulo Dybala, seppure totalmente  asintomatica, dimostra che la situazione presenta numerose variabili  non prevedibili.

TUTTE LE CATEGORIE IN TILT

Il Palermo di Mirri e Tony Di Piazza dovrebbe guadagnare la serie C in tutti i casi

 In B, C e D il problema si acuisce ed il numero di squadre che rischiano di fallire è indefinito, specie in C e D. Nelle categorie inferiori per altro è ancora più problematico garantire una sicurezza sanitaria per tutti gli attori in campo. Inoltre  l’interesse “del Palazzo” affinché si concludano questi tornei è molto inferiore a quella che circonda la A. In B il Benevento ultra dominatore del torneo aspetta e merita la massima serie, mentre il Trapani non sa neppure se, a parte retrocedere sul campo, rischierà il fallimento. In serie C nel girone che dovrebbe essere, e crediamo sarà, del Palermo della rinascita, Reggina e forse Bari, andranno su. Alcune nei vari gironi non arriveranno “vive” all’iscrizione del 2020/2021 e questo alimenta l’opzione ripescaggi dalla D che alla fine potrebbe premiare il Savoia e perfino l’Fc Messina. Il tutto mentre resta fumoso il futuro del calcio Catania. Qui, il presidente etneo Antonino Pulvirenti coinvolto nel dissesto della “Meridi” (forse per proteggere il club etneo da ulteriori strascichi giudiziari), si é tirato fuori da qualsiasi ruolo o carica nel Catania calcio.

Quindi, in un regime di grande confusione come quello attuale, non si sa ancora come finirà. L’unico calcio che al momento va in scena continua a essere solo quello parlato. Teorie per “un restart” ipotizzato e difficile da collocare. Ipotesi che dalla A a scendere si susseguono spesso dicotomiche, nel tentativo di tirar fuori da questo stallo senza precedenti il calcio italiano di ogni categoria. Uno stallo che ancora alle porte di Maggio non vede soluzioni realmente percorribili.

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