Pronto a dicembre il primo stock del vaccino italo-inglese

Il percorso del vaccino che sta sperimentando una partnership italo-inglese è a buon punto, tanto che a dicembre ci potrebbero già essere le prime dosi

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Da due mesi nel mondo ci sono gruppi di scienziati concentrati nella ricerca di un vaccino efficace contro il coronavirus. Dalle ultime notizie che trapelano dai laboratori, sembra che la partnership fra l’italiana Advent-Irbm di Pomezia e l’inglese Jenner Institute della Oxford University sia in pole position. Anche perché è entrata a far parte della squadra la multinazionale AstraZenner, un colosso della farmaceutica mondiale che ha dato un’accelerazione alla realizzazione del prototipo del suddetto vaccino antiCovid.

LA PRIMA SPERIMENTAZIONE

Il New York Times ha recentemente pubblicato una analisi su questo vaccino. Ha scritto che, inizialmente, sei scimmie macao hanno testato per prime l’immunizzazione. Questi animali, dopo essere stati esposti ad alte dosi del virus per i 28 giorni consecutivi non hanno accusato nessun problema. Altre scimmie rimaste senza vaccino si sarebbero invece tutte ammalate. Dopo questi risultati incoraggianti del “vaccino Jenner”, si è passati alla somministrazione a 320 volontari sani, nei quali è risultato «sicuro e ben tollerato».

I PROGRESSI SVOLTI FINO AD ORA

Dopo questi risultati incoraggianti, in Inghilterra sta continuando la sperimentazione in cinque centri. In questa fase il vaccino verrà testato su ulteriori 550 volontari. I risultati di questa fase sono attesi entro la fine di maggio. Dopodiché 5mila soggetti si sottoporranno ad ulteriori test clinici che verranno effettuati a giugno. Questo spianerà la strada alle prime dosi disponibili per categorie. Infatti, se tutti i test di questa promettente sperimentazione daranno gli esiti positivi auspicati, il primo stock di vaccino antiCovid può essere approntato nel prossimo mese di dicembre. Sarà a disposizione per iniziare la profilassi di alcune categorie più fragili e di quelle più a rischio, come ha sottolineato il presidente della Irbm Pietro Di Lorenzo, che punta comunque ad ottenere un numero considerevole di dosi in tempi ristretti.

OCCORRE PIÙ TEMPO PER LA PRODUZIONE SU BASE INDUSTRIALE

Normalmente i tempi medi per arrivare ad immettere un vaccino sul mercato sono di 2-3 anni. Ma a fronte della grave emergenza sanitaria del nostro Paese, l’azienda di Pomezia ha deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo. Ritiene infatti sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio ottenuti e definiti particolarmente buoni. Promettendo quindi uno stock di dosi «ad uso compassionevole» per coloro che sono esposti in prima linea, gli agenti delle forze dell’ordine e il personale sanitario. Puntualizzando che sarà necessario molto più tempo per la produzione industriale e per potere essere disponibile quindi su larga scala per la popolazione.


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