Verso una clamorosa riforma dei format di B, Lega pro e Serie D

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È sempre più nel caos il rapporto tra la politica e il mondo del calcio, con il presidente del Coni Malagò che dichiara “è diventato un caso politico, la serie A deve provare a finire la stagione”, e il ministro dello sport e delle politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, che invece pare poco propenso a dare l’ok per far ripartire la serie A.

TUTELA DEGLI ATLETI

“Le linee guida per sport individuali ci sono, ora penseremo al calcio – ha dichiarato Spadafora – Si tratta di un lavoro molto approfondito e dettagliato – portato avanti con celerità e massima cura, pensando alla tutela degli atleti ma anche di tutti gli operatori dello sport. Abbiamo infatti tenuto presente le osservazioni pervenute nei giorni scorsi, a partire dal dossier redatto dal Coni e dal Cip, con le indicazioni giunte da tutte le Federazioni e la supervisione della Federazione dei Medici Sportivi”.

RIVOLUZIONE

La FIGC, dal canto suo, aspetta l’ok proprio dal Governo per dare il via a partire dalla stagione 2020/21 a una clamorosa rivoluzione. Secondo quanto rivelato in anteprima da Sportitalia, la serie A rimarrebbe a 20 squadre. Le novità riguarderebbero la Serie B che salirebbe addirittura a 40 squadre divise in due gironi da 20 che arriverebbero dalla Lega pro.

Per quanto riguarda la Lega Pro andrebbero aggiunte altre 20 società di Serie D formando altri due gironi da 20. La Serie D diventerebbe la terza serie e, per finire, il conseguente slittamento dell’inizio dei campionati a metà settembre. In pratica si punterebbe a ridurre il numero di formazioni professionistiche passando dalle 100 attuali a 60. Prepariamoci a vivere un’estate calda in tutti i sensi, piena di speranze e delusioni, in attesa che il pallone torni protagonista.

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