Il Cellino “capovolto”, dalla protesta al sì: “Giochiamo, o falliamo tutti”

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Dalla richiesta di blocco totale e assoluto ai campionati, all’appello per l’immediata ripartenza. Nel giro di… un secondo, il mondo capovolto di Massimo Cellino, presidente del Brescia.

Dopo avere sbottato e protestato più di una volta per l’ipotesi di ripresa del campionato di serie A, il numero uno delle rondinelle ha rilasciato parole distensive, ammettendo chiaramente di aver cambiato idea. La parola d’ordine, dunque, sembra adesso “ripartire”.

“NO A CAMPO NEUTRO”

Le parole di Cellino, che ha anche contratto il coronavirus, dal quale è guarito, sono state riportate da Repubblica: “Bisogna tentare di riprendere il campionato – ha detto – altrimenti qui falliscono tutti. Certo, in Lombardia è ancora complicato fare i test medici ma se si gioca io resto al Rigamonti, nessun campo neutro”. La decisione finale è arrivata anche per “adeguarsi alla maggioranza: ho cambiato idea”.

CELLINO E COVID

Per la ripartenza la palla passa al Governo. E un po’ di chiarezza è attesa già nel corso di questa settimana. Durante il periodo del contagio, Cellino rivelava di avere “stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa. E male al fegato. Ma questo è per il calcio. Assurdo si discuta ancora – sottolineava – se giocare o no. Non c’è la minima sensibilità e non c’è il minimo rispetto nel chiedermi di ricominciare il campionato fuori dalla Lombardia. Non ho paura di retrocedere, in B magari vado lo stesso ma tornerò in A, ho giocatori giovani e i conti a posto”.

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