Palermo 2000/01 e quella pazza promozione in B, Pisciotta: “Noi nudi per fuggire…”

L'ex calciatore degli irpini, di origini palermitane, ricorda quel 12 maggio 2001, in cui, grazie alla rocambolesca vittoria dei campani sul Messina, il Palermo poté festeggiare il ritorno in serie B

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Il 12 maggio di diciannove anni fa i tifosi rosanero vivevano una delle giornate più emozionanti della storia del Palermo calcio. Andava in scena l’ultima giornata del campionato di serie C1 girone B, stagione 2000/2001. Era il Palermo di Franco Sensi che si giocava la promozione diretta contro i cugini del Messina. Appaiate in classifica, l’ultima giornata era favorevole ai peloritani, in vantaggio negli scontri diretti, in piena ascesa di gioco e risultati, dopo aver recuperato 8 punti ai rosanero nelle ultime giornate e ospiti di un Avellino già qualificato ai playoff e privo di motivazioni.

pisciotta

DUE PALERMITANI TRA GLI IRPINI, QUEL GIORNO

Nella compagine campana erano presenti tre palermitani e due scesero in campo quella domenica: Giovanni Ignoffo e Massimiliano Pisciotta. Quest’ultimo, contattato telefonicamente dalla nostra redazione, ha raccontato le sensazioni e alcuni aneddoti di quelle giornate e della partita stessa: “I ricordi di quella partita sono memorabili. Rimarrà nella storia sia per i tifosi palermitani che per i tifosi messinesi sia per l’Italia intera calcistica. Avvenne una cosa che nei campi di calcio, anche per la malafede di tanti addetti ai lavori, ancora oggi difficilmente si verifica. Una partita dall’esito già scontato, a detta di molti, soprattutto per il gemellaggio tra i supporter messinesi e quelli dell’Avellino”.

La settimana dell’Avellino era relativamente tranquilla: eravamo già qualificati ai playoff e stavamo già lavorando per quell’impegno. Poi, la domenica, scese in campo una formazione al 50% e lo stesso Messina era convinto di essere giunto in Campania per portarsi a casa una facile vittoria”.

LO STRANO ATTEGGIAMENTO DEL MESSINA

Pisciotta ricorda lo strano approccio dei calciatori messinesi, quel giorno: “L’atteggiamento strano che notai nel Messina fu quello, già prima del match, che li vide molto di più sotto la curva a festeggiare che a riscaldarsi. Nella prima frazione di gioco andavano veramente piano e non facevano nulla per tirare in porta. Nel secondo tempo, iniziarono a correre un po’ di più ma notai che fino al 90’ furono molto confusionari. Poi, quel rigore che definirlo generoso è un eufemismo, letteralmente inventato”.

IL RIGORE SBAGLIATO DA VITTORIO TORINO

La sua intervista prosegue con il racconto dei momenti finali del match: “In quel momento eravamo rassegnati all’esito finale. Tra l’altro ricordo alcune dichiarazioni che giravano nei giorni precedenti. Lo stesso giornalista che quella settimana venne da Palermo continuava a dirmi che tanto la sfida sarebbe terminata 1-0 per il Messina grazie a un penalty al 90’. Nessuno di noi, però, si aspettava che Torino sbagliasse il calcio di rigore”.

Su calcio d’angolo seguente, palla di Sansonetti a me che la passai a Caridi per il gol decisivo. Loro erano bloccati dopo il rigore e, tra l’altro, dalle immagini si vede, subito dopo, due elementi della loro panchina entrarono in campo per colpire con le scarpe il nostro portiere mentre stavamo ancora giocando”.

LE INFAMANTI ACCUSE NEI SUOI CONFRONTI

Pisciotta ricorda anche i momenti successivi alla partita ma anche le conseguenze di quell’esito sorprendete: “Di quel giorno lì, non ho alcun rimpianto. Sono sempre stato un professionista e lo fui anche quel giorno. I rimpianti sono per loro che non sono riusciti a vincere una partita sul campo. Sono fiero di ciò che ho fatto però, dopo quella partita, qualcosa mi si è rivolta contro. Molti non sanno ma, personalmente, mi ritrovai coinvolto in qualche rissa dentro i tunnel degli spogliatoi. L’anno successivo beccai qualche calciatore di quel Messina che mi accusò di essermi messo d’accordo con il Palermo che, in cambio mi aveva regalato ville o case”.

È brutto da dire ma per non lasciarci le penne ci spogliammo nudi, dopo il match, io e Giovanni, per non farci riconoscere. Siamo rimasti in campo, attorniati dalla polizia e quando siamo scesi negli spogliatoi c’erano una decina di loro che ci aspettavano. Aggiungo che sono tifosissimo del Palermo e questo nessuno me lo poteva togliere nemmeno quel giorno. Orgoglioso delle mie origini”.

IL SUCCESSIVO INCONTRO CON VITTORIO TORINO

Infine, Massimo Pisciotta racconta l’incrocio successivo con Vittorio Torino, suo compagno di squadra l’anno dopo ad Avellino: “L’anno successivo fui confermato all’Avellino. A dicembre, il primo acquisto che la squadra fece fu Vittorio Torino. Alle prime uscite al Partenio, entrò in campo, si avvicinò al dischetto da cui aveva sbagliato il rigore l’anno prima e, accasciandosi, iniziò a colpire per terra con un pugno”.

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