Trapani, medico si dimette: “Troppe responsabilità”, ma Spadafora ritratta

Lo storico medico sociale dei trapanesi si dimette. Eccessive le responsabilità, a detta sua, stabilite nel protocollo di sicurezza. Ma dal governo arrivano significativi chiarimenti

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Continua il caos nel mondo del calcio italiano. Il botta e risposta continuo tra governo e federazione calcistica non ha ancora portato alcuna soluzione affidabile e definitiva. Arrivano, però, le prime reazioni da parte degli addetti ai lavori.

spadafora

STORICO MEDICO SOCIALE DEL TRAPANI SI DIMETTE

Arrivano le prime dimissioni tra i medici delle società di serie B. Si tratta di Giuseppe Mazzarella, storico medico sociale del Trapani calcio, in granata da ben 45 anni. Queste le motivazioni da lui dichiarate, ai microfoni dell’emittente trapanese TeleSud: “Lascio perché il ministro dello Sport, Spadafora, l’altra sera, avrebbe attribuito a noi medici sportivi la responsabilità anche penale di qualsiasi problema dovesse presentarsi in corso di ripresa di preparazione collettiva. Ritengo questo protocollo inattuabile per vari motivi, innanzitutto per la nostra realtà del sud, e poi perché sarebbero delle spese enormi per la società. Sono stato in contatto con gli altri colleghi delle squadre di serie B i quali, dietro questa mia decisione, sono già intenzionati a rassegnare le dimissioni“.

I RISCHI EVIDENZIATI DALL’EX MEDICO DEL TRAPANI

Da medico, sono contrario, con gli altri colleghi, alla ripresa del campionato perché in un momento così, con contagi ancora possibilissimi, fare ripartire il mondo del calcio, sport di alto contatto, rappresenta un rischio enorme perché non si considera soltanto il momento attuale della preparazione, ma nel momento in cui dovesse iniziare nuovamente il campionato interrotto, consideriamo che ogni squadra, ogni gruppo formato da almeno quaranta persone si deve spostare in altre parti d’Italia, soprattutto in Lombardia, nel Veneto, già considerate zone rosse ad altissimo rischio. Cosa potrebbe accadere? Corriamo il rischio di fare contagiare giocatori che magari sono stati fino a quel momento esenti“. Questi, a parere di Mazzarella, i rischi evidenti a cui si potrebbe andare incontro, con la ripresa del campionato.

I CHIARIMENTI DEL MINISTRO SPADAFORA E DELLA FIGC

Per completezza della vicenda, nelle ultime ore sono stati riportati alcuni chiarimenti, attraverso lo stesso ministro Spadafora e il presidente della FIGC Gravina. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, infatti, riporta alcune dichiarazioni dell’attuale ministro dello Sport: “Gli allenamenti del calcio potranno ripartire da lunedì, come per tutti gli sport di squadra, anche se mantenendo le giuste distanze. Se non ci sono le condizioni, le società non auto-isolino le loro squadre, i giocatori tornino a casa. Per noi va bene, purché rispettino sempre le regole di distanziamento“.

Il numero uno della federazione calcistica italiana, invece, ha chiarito la posizione dei medici sociali: “L’Inail ha già chiarito con una sua circolare, peraltro valida non solo per i medici ma anche per altri settori, che c’è responsabilità solo in caso di dolo o colpa grave“. Quindi, nessuna responsabilità eccessiva dei medici nei confronti della salute dei calciatori.

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