Dal miracolo di Verona a oggi, Ballardini: “Io in C al Palermo? Sagramola…”

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Davide Ballardini e il Palermo, un legame che non potrà mai cessare: è sostanzialmente questo che viene fuori dalla lunga intervista che il tecnico di Ravenna ha rilasciato in esclusiva a Rosanero Live. Viene fuori uno spaccato di uomo leale, di un tecnico preparato e dal forte carisma.

Davide Ballardini

QUEL 15 MAGGIO 2016

“Intanto inizio col dire che ho sempre lasciato il Palermo in serie A – sottolinea Ballardini- quella sera è uno dei ricordi più belli che ho, perché rimanere in Serie A dopo tutto quello che era successo è stata un impresa. Lo stadio era pieno e credo che dopo quella sera non si sia più stato così – continua l’ex tecnico rosa – ottenere quella salvezza, che sino a un mese prima sembrava un utopia, è stato veramente un miracolo sportivo. Una storia bellissima che ha coinvolto tutti, città, società e squadra”.

Palermo – Verona 3-2, 15 maggio 2016

UNA GESTIONE PERFETTA

“La nostra gestione a Palermo, in quella stagione, ha sempre portato risultati – dichiara fiero Ballardini – io e il mio staff abbiamo fatto vedere in campo una squadra con idee di gioco e organizzazione. Ottima difesa a quattro, tre centrocampisti, un trequartista che era Vazquez e tre attaccanti con un Gilardino che, mi pare, dopo quella sera non ha più giocato in serie A. Abbiamo sempre cercato il lavoro sul campo e grazie ai miei collaboratori, Carlo Regno, Stefano Melandri e Andrea Rinaldi, abbiamo portato il Palermo e i palermitani a vivere questa splendida storia”.

FATAL VERONA E DIMISSIONI

“E’ successo che nella prima esperienza di quella stagione il presidente Zamparini, a un certo punto del campionato, mi scrisse che non mi facevo voler bene dai “vecchi”, subito feci vedere questo messaggio al capitano Sorrentino. Apparve chiarissimo che il presidente ci volle mettere uno contro l’altro, ed essendo io una persona che ama il confronto e dire le cose in faccia, arrivai ad uno scontro con il capitano”.

“Il giorno della gara di andata a Verona, dopo che per tutta la settimana avevamo preparato la gara, io diedi la formazione – prosegue il tecnico – e l’unico giocatore che non volevo mettere in campo, proprio perché mi aveva mancato di rispetto, era Sorrentino… Ma Zamparini mi impose di farlo giocare. La gara fu vinta ugualmente alla grande e, devo ammettere, che il portiere fece un grande gara”.

“Finita la partita – prosegue Ballardini – chiamai l’allora direttore sportivo Gerolin e, visto che ho sempre deciso io chi mettere in campo ma in quella occasione lì fui costretto a farlo per dieci undicesimi, ritenendo lesa la mia dignità, mi dimisi e risolsi il contratto”.

CHIARIMENTO E MIRACOLO SALVEZZA

“Dopo il mio allontanamento l’andamento della squadra fu un disastro, passando da un miriade di allenatori (otto per la precisione, ndr), e quando il destino sembrava inesorabilmente segnato – continua il tecnico di Ravenna – verso una certa retrocessione, a sei giornate dalla fine, ricevetti una telefonata di scuse del presidente che mi chiese di tornare. Ricordo benissimo le sue testuali parole: ‘Lei torni mister, mettiamo fuori Sorrentino, e può fare quello che vuole”.

“Lo ascoltai e risposi perentorio: ‘Io penso, caro presidente, che la prima persona dalla quale ripartire è proprio il capitano, ma dopo un chiarimento. Così mi presentai a Brescia, il giorno dopo nel ritiro di Coccaglio, mi riunì con un rappresentanza di giocatori più anziani, si giunse così a un chiarimento e lì nacque un patto di ferro che ci portò a fare 11 punti in sei gare e alla clamorosa salvezza”.

Ballardini e Del Neri quella sera del 15 maggio 2016

IL PALERMO ADESSO E’ FATTO DI PERSONE PERBENE

“Adesso devo dire che non ho nessun dispiacere di vedere la squadra nelle attuali condizioni, perché penso che ci sia una proprietà seria, che ama il Palermo ed è fatta di persone perbene. Questa è l’inizio di una nuova bella storia, i dirigenti faranno bene e molta gente si riavvicinerà allo stadio, il fallimento e tutto quello che è successo sarà solo un brutto ricordo”.

“Allenare il Palermo in C? Conosco Rinaldo Sagramola – ha proseguito Ballardini – per essere stati insieme nel 2008 nella mia prima esperienza al Palermo, io sono certo che non pensano a me in questo momento, i rosa devono fare il loro percorso, io devo fare il mio, valutando alcune offerte che mi sono arrivate. Quando i rosanero arriveranno nel posto dove meritano di stare – conclude – non nego che mi piacerebbe vivere un nuova esperienza in tutti sensi”.

UN CALCIO NORMALE CHE NON E’ NORMALE

“Quello che abbiamo visto con la ripresa del campionato tedesco non è calcio, è veramente triste anche se a mio parere hanno fatto bene a riprendere. E’ altrettanto vero che il calcio è per la gente e quando manca questo componente c’è quella sensazione di vuoto assoluto. Si vuole ripartire per dare un senso di normalità ma, è chiaro, che di normalità non c’è proprio nulla”.

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