La nuova società del Palermo calcio interessata al progresso e all’innovazione. Attraverso Palermo Innovation Lab, la dirigenza rosanero ha dato il via a un progetto che darà la possibilità di sviluppare qualsiasi idea innovativa con gli strumenti e le tecnologie a disposizione del Palermo calcio. Ma per capirne di più, rosanerolive.it ha intervistato l’ideatore di questa iniziativa, Roberto Ragonese.
COME È NATO IL PROGETTO PALERMO INNOVATION LAB
Innanzitutto, Ragonese spiega le origini di questa idea: “Spiego come è iniziato questo progetto. Innanzitutto, premetto che io faccio parte di una startup, TalentPlayers, che si occupa di monitorare le prestazioni dei calciatori. Qualche anno fa, iniziammo a collaborare con Sandro Porchia, ai tempi responsabile del settore giovanile del Palermo. Nel momento in cui c’è stato il cambio di proprietà, ovviamente, ho pensato di proporre il nostro progetto alla nuova dirigenza. A noi, fondamentalmente, serviva un laboratorio per portare avanti il lavoro di sperimentazione della nostra innovazione. Dato che, in ogni caso, ho trovato un presidente entusiasta di questo progetto ho pensato che potesse essere opportuno ampliare questa nostra idea anche ad altri individui sul territorio palermitano che, come noi, hanno in mente idee e progetti innovativi. La dirigenza, in rappresentanza con Mirri, si è mostrata davvero entusiasta davanti questa idea”.
OBIETTIVI E STRUTTURAZIONE DEL PROGETTO
Ragonese espone anche gli scopi di questa iniziativa: “La finalità del progetto è duplice: maggiore visibilità e autorevolezza allo startupper che, attraverso il brand del Palermo calcio avrebbe una credibilità di rilevanza. E, in secondo luogo, permettere anche alla società rosanero di avere una sorta di reparto ricerca e sviluppo per innovare sempre di più non solo gli aspetti del calcio giocato ma anche aspetti che riguardano il marketing e il coinvolgimento dei tifosi, sempre più importante al giorno d’oggi. Il progetto Palermo Innovation Lab era già partito prima del lockdown. Poi, ovviamente, è successo ciò che sappiamo tutti. Esso, infatti, prevedeva anche una postazione fissa all’interno dello stadio, utile per tutti coloro che hanno in mente qualche progetto innovativo e che possono chiedere un supporto alla società rosanero”.
“Sono arrivate già diverse proposte. Tutto nasce dall’osservazione della realtà e Palermo è una città molto viva dal punto di vista dell’innovazione. Il problema è che non si riesce mai a trovare qualcuno che possa offrire possibilità e spianare la strada a questi progetti innovativi. Per alcuni progetti basterebbe partire da poco, in maniera graduale. Avere un cliente come il Palermo calcio, che punta su di te, ti permette di avere una grande visibilità e maggiori possibilità di riuscita. Ma non basta questo, perché questo primo passo ti permetterebbe di trovare ulteriori imprenditori che potrebbero investire sul tuo progetto. Le persone coinvolte in questo progetto sono individui, ci tengo a sottolinearlo, che hanno contatti con il mondo intero. Componenti che collaborano e mantengono contatti con gli Stati Uniti e la Cina, ad esempio. Il nostro intento principale è quello di sviluppare il territorio, non vogliamo fermarci agli aspetti calcistici”.
LE ESPERIENZE LAVORATIVE DI RAGONESE
Successivamente, Roberto Ragonese racconta anche il proprio passato professionale: “Ho iniziato a lavorare in questo ambito, anni fa, collaborando con la piattaforma Wyscout, a Chiavari, in Liguria. Siamo stati i primi a occuparci dell’attività di Match Analyst e poi ho proseguito su questa strada anche quando sono tornato a Palermo. Il primo lavoro che feci per questa piattaforma fu quello di seguire la squadra rosanero ai tempi di Guidolin. Ricordo ancora la prima partita analizzata, un Palermo-Livorno, nel 2007. Nel caso della mia innovazione, a differenza di altri progetti di analisi di dati, non si utilizza il GPS ma una specie di microchip, inserito nei parastinchi degli atleti. Permette la raccolta di dati individuali e collettivi. Non utilizzare il GPS può essere molto utile in altri sport, come il basket che, giocandosi al chiuso, non permetterebbe appunto l’utilizzo del GPS. La raccolta e lettura di questi dati permette, successivamente, la prevenzione agli infortuni aggiustamenti tattici e tanto altro”.
TIFOSO SFEGATATO DEL PALERMO. FELICE DI QUESTA SVOLTA SOCIETARIA
Infine, Ragonese ci parla della sua passione per il Palermo calcio: “Sono un tifoso sfegatato e ricordo con un po’ di tristezza quel famoso Palermo-Sampdoria, quando arrivammo a due punti dalla qualificazione in Champions League. Lo ricordo soprattutto perché vivevo a Genova e mi ritrovai in mezzo a tanti tifosi sampdoriani. Difficile da digerire”.
Una battuta finale sulla nuova società: “Non posso che parlarne bene. Sono del parere che una ripartenza da zero fosse inevitabile, dopo gli ultimi anni. Ci vuole un altro business model per il calcio in generale, per restare in tema di startup. La nuova dirigenza sta mostrando un’apertura ai tifosi che con la precedente società non c’era mai stata. Come dice il presidente Mirri, Palermo è dei palermitani. L’ho conosciuto e ho avuto solo sensazioni positive. Concludo sottolineando che il progetto da noi avviato non ha alcuna esclusiva. Chiunque può farsi avanti per proporre il proprio progetto innovativo che, in ogni caso, dovrà essere valido e che verrà analizzato dal Palermo calcio. Io spero che arrivino tantissime proposte. La porta è aperta a tutti”.
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