Sono già passati 16 anni dal ritorno nella massima serie del club rosanero. Ripercorriamo i momenti esaltanti di quel 29 Maggio 2004 quando al Barbera si giocò Palermo-Triestina che valse la promozione in serie A con la testimonianza dell’allora direttore sportivo Rino Foschi.
IL RICORDO, LA SQUADRA
“Io quella sera c’ero e ho pianto”: è questo ciò che ogni tifoso del Palermo dice parlando di quella sera del 29 maggio del 2004. La squadra allenata da Francesco Guidolin era composta da elementi del calibro di Luca Toni, il bomber che quell’anno segnò in ben trenta occasioni, Eugenio Corini, Lamberto Zauli, Fabio Grosso e i gemelli Filippini. Senza dimenticare i palermitani Pietro Accardi e Gaetano Vasari e quelli d’adozione, il portiere Gianluca Berti e il centrocampista Daniele Di Donato.
LA SERIE A DOPO 32 ANNI
Quella squadra fu costruita dal direttore sportivo Rino Foschi che in esclusiva ai microfoni di RosaneroLive ha aperto il suo album dei ricordi di quella stagione e di quella sera. “Dopo la prima stagione del nostro arrivo a Palermo nel 2002 – dichiara Foschi- con il famoso travaso dal Venezia che ci portò a giocarci la A a Lecce, c’era voglia di rinnovamento. Si scelse un allenatore come Silvio Baldini che aveva fatto bene all’Empoli. Facemmo acquisti importanti – ricorda – e a gennaio la squadra venne ulteriormente rinforzata con gli arrivi di Grosso, i fratelli Filippini, Biava e Jeda. A causa del suo carattere un po’ ribelle nei confronti di Zamparini, a dicembre fummo costretti a cambiare, affidandoci a Guidolin”.
“Il prepartita, il fischio finale, l’abbraccio con il presidente Zamparini , Guidolin con la coppola rosanero in testa, i giocatori che ballano in campo pazzi di gioia, sono immagini indelebili scolpite nella mia mente. Ricordo il Barbera stracolmo, una città piena di bandiere, tifosi in pieno delirio e la tensione negli spogliatoi. Sono orgoglioso del lavoro fatto quell’anno – prosegue – il presidente Zamparini aveva un entusiasmo incredibile, e francamente mi dispiace per come è finita la storia”.
LA FOTOGRAFIA DI QUELLA STAGIONE
Abbiamo chiesto a Foschi la sua fotografia più bella di quella stagione. “Ho nel mio cuore quella di Francesco Guidolin, studiava ogni particolare di tutti, ricordo che quando lo scelsi era titubante a venire, devo sinceramente ammettere che l’allenatore Veneto è il migliore che abbia mai avuto”.
UNA SOFFERENZA INFINITA
Oggi Rino Foschi non riesce a darsi pace per quanto accaduto alla società di Viale del Fante lo scorso anno. “Ho fatto di tutto per non dare il Palermo a quei signori ma purtroppo dinamiche dall’interno mi hanno impedito di farlo – dichiara commosso – oggi mi ritrovo spesso a urlare da solo quando ricordo quello che è successo. Ho capito subito che non c’erano soldi, mi hanno messo in minoranza a casa mia, sono stato costretto a svuotare il mio ufficio di notte, questo non lo potrò scordare come l’affetto per la città”.
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