L’Italia che riapre, l’Italia del 3 giugno. Le attività riprendono, ma gli assembramenti rimangono, al momento, ancora vietati. O almeno, così dovrebbe essere. Salvo essere smentiti, come purtroppo avviene e come raccontano quotidianamente le cronache. Dopo i cinema o i teatri, però, con la “riapertura” del calcio in italia ci si interroga sulle possibilità di considerare un accesso dei tifosi anche in quelli che sono i “templi” del pallone, ovvero gli stadi. E non c’è dubbio che soltanto alcuni fra questi potrebbero già permettere l’ingresso degli spettatori. Lo ha sottolineato Mario Bassetti, virologo del “San Martino” di Genova.
QUESTIONE DI DISTANZE
“Senza calcio, in questi tre mesi, i tifosi hanno riversato le loro preferenze su noi virologi e così si schierano. Il pubblico allo stadio? Questo non lo so, però è evidente – ha sottolineato – che se riaprono cinema e teatri, con i distanziamenti necessari potrebbero riaprire anche gli stadi, ovviamente con le giuste misure. In Italia alcuni stadi hanno la possibilità di fare distanziamento vero”. Fra questi, in particolare, come si è sottolineato in uno studio di qualche settimana fa, ci sarebbe anche il Renzo Barbera di Palermo. Una delle ipotesi circolate era quella di sistemare i tifosi separandoli con una distanza pari a circa 5 posti a sedere.
VIRUS DEBOLE
“Spero e mi auguro che arrivi presto la normalità – ha proseguito -, c’è bisogno di tornare a parlare di altre cose che non siano il Covid-19 e il calcio è una di questa, non possiamo parlare solo di ricoverati e di morti. Condivido le parole di Zingrillo, e il dato di fatto è un’evidenza clinica, il virus si è indebolito, chi critica dovrebbe farsi un giro nei nostri ospedali”.
“Le persone che ricoveravo settimane fa – ha concluso – erano già morte, oggi mi chiedono quando tornano a casa. I coronavirus del passato sono diventate poi forme influenzali. Io non voglio dare false speranze, però potrebbe anche darsi che questo virus si sia adattato all’ospite e adesso saremo più capaci di difenderci”.