È il giorno della resa dei conti, in casa Palermo. Del faccia a faccia tra i Mirri e Di Piazza, dopo gli sfoghi social dell’ormai ex vicepresidente. Sembra destino, non c’è tempo di godere del successo che i rapporti tra i soci si prendono tutto lo spazio sui giornali e sui siti. Successe dopo il consiglio della LND che decise di cristallizzare le classifiche dei nove gironi, dopo lo stop ai dilettanti imposto dalla Figc e che sancì il primo passo “formale” verso la promozione in C, quando Tony Di Piazza fece deflagrare il suo malumore con le dimissioni da vicepresidente del Palermo, e succede ora, quando il passaggio tra i professionisti è ormai ufficiale e l’assemblea dei soci è chiamata a fare chiarezza, in un modo o nell’altro.
Oggi l’imprenditore americano dovrà scoprire le sue carte, dovrà dare sostanza alle sue parole scritte su comunicati e post su facebook e far capire le sue intenzioni sul futuro suo in seno a una società dove, ha scritto, si è sentito poco coinvolto nelle decisioni. Decisioni, è bene ricordarlo, prese nel rispetto degli equilibri azionari che vedono l’italoamericano socio di minoranza.
Il suo modo di comunicare ha disorientato i tifosi, instillato dubbi sulle potenzialità economiche dei Mirri che, nonostante il disappunto, ovvio quanto trattenuto per quelle parole, gliene chiederanno conto nell’assemblea di oggi. E’ legittimo e doveroso. Non ha senso questa situazione, coi soci come “separati in casa” mentre è necessario avere certezze, anche economiche, sul reale e completo coinvolgimento dei soci, di tutti i soci, nei progetti in cantiere, non soltanto sul campo.
I tifosi sono stati sorpresi, scossi, dall’improvvisa tempesta che ha scosso il volo dell’aquila rosanero e temono per il futuro, vogliono certezze e tranquillità, progetti ambiziosi e una squadra forte per lottare da subito per la promozione in Serie B. Cose concrete, insomma, non bisticci che riportano ai giorni bui di un anno fa.
Ma l’attualità è questa e l’appuntamento di oggi catalizza l’attenzione di media e supporter. Difficile immaginare un qualsiasi esito, a partire da un disgelo o una rappacificazione. Ma delle risposte dovranno arrivare. Innanzitutto, da Di Piazza.
Cosa vuol fare del suo 40% nella società Hera Hora che controlla il Palermo? Vuol davvero vendere e uscire dalla società? Ha già contatti con possibili compratori, sui cui nomi ci si è sbizzarriti nei giorni scorsi? Vuol restare, magari revocando le dimissioni da vicepresidente o restare sull’Aventino? O, magari, vuol rilanciare, provando la “scalata” insieme a nuovi soci? Oggi è il giorno per dire qualcosa, per provare a fare chiarezza sulle sue intenzioni che, da qualche giorno restano un mistero, da quando ha scelto il silenzio comunicativo, rotto soltanto dal post di ieri sulla promozione. Un post che è tutto un programma, perché, nonostante un “anche” inclusivo di tutte le componenti tecniche e societarie, sembra l’ennesimo messaggio rivolto ai tifosi, a quelli che ritiene il suo punto forte, per quel rapporto costruito in questi mesi proprio sui social, grazie a un’immagine bonaria dello “zio d’America” entusiasta tifoso, pronto a tutto per il bene del club e sempre disponibile al dialogo, come tra vecchi amici, coi supporter.
Ma, dopo la promozione, primo tangibile e importantissimo successo sportivo del club nato dieci mesi fa dal nulla, la società guarda già al futuro. Il comunicato del club, dopo aver festeggiato il taglio del primo traguardo fissato nel programma triennale scritto un anno fa, elenca già i prossimi: accanto all’allestimento di una squadra forte e competitiva in Serie C, un progetto di sviluppo che contempla centro sportivo, il rinnovamento del Barbera grazie al diritto di superficie, il museo, gli esports, la polisportiva virtuale, la rifondazione virtuosa del settore giovanile e la nostra divisione femminile, il nuovo e-commerce dei prodotti ufficiali rosanero, “iniziative che abbiamo progettato, e porteremo ancora avanti sempre con maggiore forza e determinazione”, ha scritto Mirri. Calcio e marketing sembrano un binomio essenziale nel calcio moderno, nel quale le società devono guardare ben oltre i soli incassi da botteghino per un bilancio solido e proiettarsi nel futuro.
Ma, prima c’è il presente, l’assemblea di oggi, alla quale parteciperà per la prima volta, un rappresentante dei tifosi che hanno partecipato all’azionariato popolare e che detengono l’1% delle azioni. Stasera ne sapremo di più. Speriamo di avere la chiarezza che serve e, già da domani, di tornare a parlare di cose concrete, di allenatore e nuovi giocatori per la prossima stagione, quella del ritorno tra i professionisti.