Fra silenzio e memoria, il calcio consegna la prima gioia post-virus

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Non è stato certo “calcio champagne”. E non poteva essere diversamente, considerato lo stop prolungato a causa del coronavirus. Dopo il raccoglimento iniziale, in memoria delle migliaia di vittime causate dalla pandemia, il calcio italiano è ripartito da dove si era fermato, e cioè con l’esultanza della Juventus. Nella semifinale di ritorno della Coppa Italia i bianconeri hanno pareggiato a reti bianche contro il Milan e staccato (in virtù dell’1-1 dell’andata) il biglietto per la finalissima.

juve milan

CR7 SBAGLIA, POI FALLO KILLER

L’ultimo atto si disputerà all’Olimpico di Roma, il 17 giugno. Dopo la lunga sosta, una partita che non ha offerto particolari emozioni. C’è stato un calcio di rigore che Ronaldo ha spedito sul palo, un fallo “killer” con rosso diretto per Rebic, e poi un match che non ha regalato il massimo dello spettacolo.

SILENZIO E RIPARTENZA

E la fatica ha iniziato, dopo una partenza ottima della Juventus (primi 30 minuti) a farsi sentire. Il Milan ci ha tentato poche volte, anche con l’ex rosanero Kjaer, che su calcio d’angolo ha saputo spaventare la porta bianconera, difesa da Buffon. Il calcio riparte, ma lo fa in prima marcia. Non il massimo, soprattutto senza tifosi sugli spalti. Ma è comunque una ripartenza, ed è questo il dato che conta.

DIFFICILE GIOCARE COSI’

“Tornare in panchina dopo tre mesi è una bella sensazione anche se ci manca l’apporto del pubblico”. Queste le parole di Sarri, al temine della gara. “Giocare le partite in queste condizioni non è semplice per nessuno. Sono rimasto soddisfatto – ha proseguito – di quanto fatto nei primi 30 minuti quando avevamo un dominio straordinario sulla partita. Poi siamo andati calando nei ritmi e nell’intensità mentali ma in questo momento le partite sono piene di rischi”.

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