L’estremo difensore del Palermo, Alberto Pelagotti, è stato uno dei protagonisti della stagione di Serie D, conclusasi in anticipo a causa dell’emergenza Coronavirus. Carisma, sicurezza e maturità: caratteristiche che hanno fatto sì che il portiere toscano divenisse una delle pedine più importanti per la conquista della promozione, trascinando i compagni verso il ritorno tra i professionisti. Un successo raggiunto qualche giorno fa, seppur lontano dal campo.
Una sicurezza tra i pali per dare il via alla rinascita, alla scalata verso il professionismo. Un progetto che ha colpito sin da subito l’estremo difensore, cresciuto calcisticamente a Empoli e quasi sempre attivo in Toscana. In stagione, l’estremo difensore ha totalizzato 25 presenze subendo 16 reti. In 14 occasioni, invece, Pelagotti è riuscito a mantenere imbattuta la propria porta.
PALERMO: ANNATA FANTASTICA
Il numero uno rosanero è stato protagonista del secondo ‘episodio’ del format “Un anno da aquile” lanciato dalla società. “E’ stata un’annata fantastica sotto tutti gli aspetti – afferma Pelagotti – Palermo è una meraviglia, sin da subito ho provato a calarmi in questa realtà, con i palermitani che sono persone cordiali, fantastiche… che aiutano sempre in ogni situazione. Cercano di fare parte della tua vita quotidianamente. A Palermo si sta meravigliosamente bene”
LA SERIE D
E’ sempre una prima volta. Quella in Serie D, per Pelagotti, lo è sicuramente. L’esperto portiere toscano, però, non si è posto il problema della categoria: “Avendo giocato in Serie A e in B pensavo che la D fosse una ‘passeggiata’. In realtà è stata la categoria più difficile che io abbia affrontato. A livello tecnico è molto più facile giocare in serie A. La prima partita a Marsala è stata unica, c’erano 5.000 tifosi rosa, sono rimasto basito, lì ho capito veramente cosa vuol dire il Palermo per il palermitano”.
RAPPORTO CON I COMPAGNI
E sul rapporto con i compagni, tra l’essere il trascinatore degli over sui social ed una guida dentro e fuori dal campo per gli under: “E’ il miglior gruppo con cui abbia giocato negli ultimi anni. I giovani hanno fatto molto bene – continua Pelagotti – e si sono messi a disposizione di noi “anziani”, sono diventato il genitore degli under. Li ho presi sotto la mia guida ed ho cercato di migliorarli sia sotto l’aspetto della vita privata sia in campo.”
I TRE MOMENTI DA RICORDARE
Pelagotti parla dei suoi tre momenti speciali, quelli che hanno segnato la stagione ed il suo amore incontrastato con i tifosi e con il gruppo, eccezionale ed unico che ha incontrato nel capoluogo siciliano. I momenti da ricordare della prima stagione in rosa sono dolci e amari: “La partenza per Biancavilla ha fatto capire a tutti noi in che piazza eravamo, lì ci fu la svolta. I tifosi, che non potevano partecipare alla trasferta vennero al Barbera prima di partire e poi al nostro arrivo. E’ stato un momento idilliaco… l’apice dell’annata“.
“Il secondo momento che voglio menzionare è l’infortunio di Santana… Un momento duro. Quel momento ci ha unito ancora di più, abbiamo visto Mario piangere come un bambino e lì capimmo che dovevamo vincere il campionato per lui”.
Ed infine un terzo momento scherzoso che testimonia la grande unione di gruppo: “Dopo ogni vittoria andavamo a divertirci e a cenare tutti insieme”.
DICHIARAZIONE D’AMORE
Il portiere rosanero conclude con una dichiarazione d’amore: “Una volta che ho toccato Palermo e la tifoseria palermitana, la città, penso che per me non possa esistere nessun’altra squadra. Il mio obiettivo è arrivare in Serie A con il Palermo”.
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