Nei primi dieci anni della presidenza Zamparini al Barbera, il popolo rosanero parlava quasi esclusivamente di pallone. Campionato dopo campionato, gli argomenti erano arrivi, partenze, qualche addio doloroso, qualche campione che esplodeva sotto gli occhi di tutti e i beniamini dei tifosi in Nazionale. Se c’era qualche malcontento era dovuto solo alla constatazione che il Palermo apparteneva alla fascia Europa League, invece che puntare alla Champions o anche allo scudetto, perchĂ© no. Ma sempre di calcio si parlava.
DA ZAMPARINI A MIRRI E DI PIAZZA
Dopo la finale di Coppa Italia malamente persa, ci fu una inversione di tendenza. Purtroppo, come sappiamo, si cominciĂ² a parlare di tanto altro invece che di calcio. Poi, con l’arrivo di Mirri e Di Piazza, l’impressione generale è stata che finalmente quell’epoca era tramontata. Tutto odorava di pallone e l’ambiente, compatto, era proteso verso un solo traguardo: la serie C. Che, seppure a tavolino, è arrivata, anche con il Barbera chiuso.
ASSIEME ALLA C SONO ARRIVATE LE POLEMICHE
Purtroppo contemporaneamente a questo ambìto successo, le cronache rosanero hanno dovuto registrare un ritorno a quelli che sembravano argomenti del passato, ormai accantonati e dimenticati. Sono tornate le diatribe societarie. Invece che parlare di calcio e di pallone si è iniziato a parlare di Mirri, di Di Piazza e di Sagramola. E inoltre, per non fare mancare nulla, all’improvviso è scoppiata anche la questione della convenzione per l’utilizzo del Barbera. Come se l’Amministrazione comunale non avesse altro di cui occuparsi. Nell’aula consiliare adesso si discute come far pagare a questa societĂ che viene dalla serie D quello che pagherebbe una societĂ di serie A.
FARE PAGARE IL GIUSTO, PER NON FARLO MORIRE
Certo, la societĂ deve pagare, ma il giusto. Anche perchĂ© deve essere sottolineato che va dato merito al calcio se fino ad adesso il Barbera non ha seguito la sorte del velodromo, abbandonato per anni, del palazzetto dello sport quasi irrecuperabile o del diamante del baseball, per dirne alcune. Quelle strutture cioè affidate alla perniciosa “manutenzione” dell’Amministrazione comunale. Ăˆ ovvio chiedersi quale potrebbe essere la sorte dello stadio se il Palermo dovesse davvero decidere di andare a giocare altrove. Probabilmente il Barbera sarebbe destinato a seguire la sorte di tutti gli ex gioielli cittadini, ormai semidistrutti e caduti nell’oblio anche di chi avrebbe dovuto averne cura.