Rosario Pergolizzi, allenatore del Palermo trionfatore in serie D, interrompe il suo esilio silenzioso con un’intervista rilasciata a Mediagol.it. Diversi i temi trattati, sempre con la consapevolezza di aver contribuito a riportare il Palermo fra i protagonisti.
“Mi è dispiaciuto non completare il campionato e festeggiare” – ha detto Pergolizzi – “sarebbe stata una grande soddisfazione per noi dello staff e per tutti i tifosi che hanno patito questa stagione di rincorsa e rifondazione. Sono orgoglioso di aver vinto lo scudetto primavera e di aver riportato il Palermo fra i professionisti. Evidentemente Rosario Pergolizzi – ha continuato l’ormai ex tecnico rosanero – “è nato per far parte della storia del Palermo. Io ho fatto il mio dovere, con umiltà, lavoro e sacrificio. Non si può essere perfetti ma ho dato tutto, con estrema professionalità”.
“Al Palermo mi sono sentito allenatore di serie A, mai di D. È una società con caratteristiche di serie A e giocatori importanti sopra la categoria, tifosi esemplari e magnifici. Allenare alla Favorita un ricordo indelebile. I tifosi si aspettavano forse un nome diverso e c’è stato tanto scetticismo. Ma nessun allenatore – ha proseguito Pergolizzi – avrebbe vinto tutte le partite. Sapevamo che, comunque, sarebbe stato un campionato difficile ed avevamo il dovere di vincerlo, fosse anche all’ultimo secondo dell’ultima partita.”
“Ho avuto a disposizione un gruppo ben amalgamato di under e over. Nessuno scontro nè coi più giovani nè con i senatori. Rizzo Pinna è stato trattato come gli altri under: evidentemente va motivato e fatto crescere. Ricciardo ha sempre giocato, Ficarrotta poteva avere più possibilità ma deve credere più in se stesso: ha qualità tecniche ma deve completare con il carattere. Santana è stato un perfetto uomo squadra anche dopo l’infortunio. Un infortunio che ci lega ancora di più – sottolinea Pergolizzi – visto che è stato identico al mio. “
“La mancata riconferma fa parte del gioco”, afferma mister Pergolizzi. “Ho fatto il mio dovere e poi la società ha fatto le sue scelte. Auguro al Palermo tutto il bene possibile, io continuerò a fare il mio lavoro. Non mi auguro nè di allenare in A nè la nazionale – come disse Sagramola, n.d.r. – ma mi auguro di rimanere l’uomo vero che sono: uno che dice le cose in faccia non rifugiandosi dietro nessuno. Il mio cuore batte per il Palermo e ci sarò sempre se ci sarà bisogno“.
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