Da sempre vicino al Palermo calcio, di cui fu anche allenatore nella stagione 1991/1992, Gianni Di Marzio è stato intervistato in esclusiva dalla redazione di rosanerolive.it. L’ex tecnico, oggi opinionista televisivo, originario di Napoli, ha parlato della stagione appena conclusa dai rosanero e del prossimo campionato di serie C.
CASTAGNINI E SAGRAMOLA DUE GRANDI PROFESSIONISTI
Di Marzio conferma di aver seguito il Palermo, durante la stagione di serie D, ed esprime un pensiero sulla nuova gestione societaria: “Ho seguito quest’anno il Palermo, la mia ex squadra. In merito alla nuova dirigenza, a pelle, da lontano, ho l’impressione che siano delle figure molto serie. Riguardo allo staff tecnico, Castagnini è stato un mio calciatore e so come lavora. È una persona seria e competente e a livello di mercato è bravissimo, ma anche come scout. Sagramola ha una vasta esperienza alle spalle che lo ha portato a una eccellente credibilità nel nostro mondo. Una persona molto seria, corretta, onesta e, inevitabilmente, se non fosse stato così non avrebbe potuto fare la carriera che ha fatto finora“.
AL SUD GRANDE ENTUSIAMO MA OCCORRE ANCHE INVESTIRE
Gianni Di Marzio prosegue il suo intervento, evidenziando l’importanza degli investimenti economici: “Riguardo la prossima stagione di serie C, io ritengo che vincere al Sud è completamente diverso rispetto che vincere a Milano o a Torino. Ho avuto il piacere di conquistare diverse promozioni, a Catania, Catanzaro. Al Nord hai, magari, molte più disponibilità economiche ma le tifoserie non sono calde come giù da noi. Questa passione ti porta ai grandi entusiasmi e a volere assolutamente vincere, anche perché hai una tradizione alle spalle. Ma per vincere occorre soprattutto capire quale possa essere il budget che la società mette a disposizione“.
“Da ciò che ho capito, a Palermo non è arrivato un mecenate. Il campionato non lo si vince con il nome, non lo vinci solo perché ti chiami Palermo oppure perché ci sono 30 mila tifosi allo stadio. L’organizzazione societaria c’è di sicuro ma si vince con una squadra che, da un punto di vista tecnico, sia all’altezza della situazione. Prendiamo l’esempio del Monza: ha vinto il campionato perché aveva la squadra due volte più forte degli altri. E il Monza mica ha avuto il pubblico che tiene il Palermo, ma aveva Berlusconi alle spalle“.
LA MEDICINA PER UN CAMPIONATO DA PROTAGONISTI
L’ex tecnico rosanero, dall’alto della sua esperienza, spiega quale possa essere il campionato che si troverà ad affrontare il Palermo e quali possano essere le soluzioni per vincerlo: “Dipende dalle disponibilità economiche che il presidente Mirri potrà offrire. Poi sarà la bravura di Castagnini e Sagramola a fare il resto. Non è la serie C di una volta però è un campionato difficile. Basterebbe prendere calciatori di categoria con qualità sopra la media. Se a ciò aggiungi il bacino d’utenza e la città puoi ottenere grandi risultati, sapendo che il Palermo è una città da serie A, da Europa League. Purtroppo, però nel calcio non si vive più di ricordi e molte grandi realtà del Sud non sono più quelle di una volta: basti pensare anche al Catania e al Bari“.
Un esempio di progettazione vincente, secondo Di Marzio, è quella del Benevento: “Ripeto che oggi il calcio è una questione di investimenti. Prendiamo Vigorito e il Benevento: una figura che ha investito e si è arricchito. A questo punto, ha deciso di puntare sul calcio e ha costruito qualcosa di importante in Campania, acquistando i calciatori più forti e risalendo immediatamente in serie A“.
QUESTIONE PANCHINA ROSANERO
Di Marzio esprime un pensiero anche sui possibili candidati alla prossima panchina rosanero, nomi usciti fuori dalle indiscrezioni di queste settimane: “Ci sono diversi profili che potrebbero andare bene, con un’ottima organizzazione di gioco e che si fanno valere, però se si conosce la categoria meglio ancora. Auteri la categoria la conosce molto bene, sono anni che dimostra di essere il numero 1. Lo stesso Fabio Pecchia ha dimostrato, quest’anno, di essere un ottimo allenatore mentre Fabio Caserta conosce bene la mentalità del meridione e potrebbe essere l’ideale“.
IL CALCIO DI OGGI NON È VERO CALCIO
Un’ultima battuta, di Gianni Di Marzio, sulla questione coronavirus e sugli effetti avuti nel calcio: “Il calcio di adesso non è più calcio. Troppe tensioni e preoccupazioni e purtroppo, secondo me, anche il prossimo anno torneremo come siamo adesso. Fin quando non verrà trovata una cura a questo virus dovremmo sempre stare in guardia e preoccupati. Adesso, a livello politico, si cercherà di riaprire gli stadi ma con 500-1000 persone è limitativo. Per me non è ancora calcio e credo non lo sia nemmeno per i tifosi“.
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