Il “prezzo” dello stadio non cala: il Palermo deve accettare o sloggiare

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La giunta comunale ha deliberato: i costi per la concessione del Barbera non scendono. Ma la strada verso il paradiso è lastricata d’insidie. Se si è pagato un milione in D si possono pagare 340mila euro in C (a rate) per giocare nel proprio tempio. Iniquo è stato la prima volta, iniquo sarebbe anche questa seconda il costo, ma non ci si deve sottrarre. Il Comune ha sostanzialmente confermato il costo di concessione del Barbera nella cifra che si pagava in B prima del fallimento. Si puó storcere il muso, considerare il costo esoso, ma il Palermo deve accettare senza se e senza ma. “Pagare e sorridere”: per chi ha grosse ambizioni questi costi sono piccoli incidenti di percorso, non qualcosa di vincolante o che possa rallentare il cammino che si intende percorrere, ossia un rapido ritorno nel calcio che conta. Ancora si attende la risposta ufficiale del club, la risposta del Palermo. 

ANDAR VIA SAREBBE TRAUMATICO

Probabilmente saranno contraddistinte da sorpresa e fastidio le prime sensazioni del club. Chissà quali saranno stati i primi commenti privati di Mirri e Sagramola, e cosa ne pensa Di Piazza? A breve sapremo il pensiero e la risposta. Il Palermo però deve accettare, senza se e senza ma. Non farlo verrebbe percepito come una prova di fragilità e debolezza finanziaria più che di aver schiena dritta e non accettare soprusi. Inoltre sarebbe una pessima pubblicità per il club, non giocare al Barbera. Sarebbe una perdita di appeal per attrarre calciatori di qualità nell’imminente mercato per allestire una rosa in grado di competere per la promozione.

TUTELARE I TIFOSI

Sarebbe soprattutto uno sgarbo ai tifosi, che vanno tutelati e già tanto hanno fatto a sostegno del nuovo club. Con un Palermo lontano, sarebbero costretti a fare una stagione di sole trasferte ed ulteriori scomodi sacrifici economici. Inoltre crediamo che il Palermo dal punto di vista competitivo se giocasse altrove da questa situazione di esilio verrebbe ulteriormente indebolito poiché verrebbe meno anche un certo timore reverenziale che certi impianti generano ad avversari poco navigati.

ED IL MUSEO CHE FINE FAREBBE?

Inoltre, e a margine della questione basica di dove giocare, ci poniamo una domanda. Puta caso saltasse tutto ed il Palermo decidesse di giocare altrove, il museo come potrebbe mai essere allestito in una struttura nella quale il Palermo non ha il “naturale” diritto di utilizzo dell’impianto? Se non hai lo stadio, non hai neanche le pertinenze. O forse lì si aprirebbe un “ragionamento a parte”?  Comunque la si pensi però a noi pare chiaro che un diniego, per quanto idealmente condivisibile, del Palermo a queste condizioni alla fine al club genererebbe più problemi e complicazioni che vantaggi. Quindi auspichiamo che seppur a denti stretti l’accordo si chiuda ugualmente ed il Palermo non abbandoni la sua residenza.

CANONE RITOCCABILE

Attualmente, dunque, il canone rimane immutato. Ed il Palermo dovrà accettare la quota dei 341mila euro. E’ importante sottolineare che il Consiglio comunale, non avendo competenza, che per legge è esclusivamente della Commissione di Valutazione Tecnica, non è potuto entrare nel merito del valore del canone stabilito dalla predetta commissione. Attraverso emendamenti e ordini del giorno, tuttavia, ha dato mandato alla stessa commissione di rivisitare il valore del canone tenendo conto del parziale utilizzo dell’impianto da parte del Palermo Calcio anche in dipendenza di misure di contenimento della diffusione di SARS-CoV2.

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