Fallimento vecchio Palermo, Giammarva secondo i pm ingannò la Covisoc

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La condanna dell’ex presidente dell’ U.S. Città di Palermo, Giovanni Giammarva, a 8 mesi e 10 giorni, che risale allo scorso giugno, è avvenuta in seguito all’alterazione del corretto svolgimento della procedura pre-fallimentare del club. Queste sono le motivazioni della condanna diffuse stamani. Il giudice Michele Guarnotta ha scritto nel fascicolo: “L’imputato Giovanni Giammarva era consapevole della falsa rappresentazione patrimoniale della U.S. Città di Palermo e nella veste di presidente del Palermo Calcio ha contribuito alla commissione del reato».

Giammarva, quindi, sarebbe stato a conoscenza di cosa stesse succedendo fra il 2017 e il 2018, cioè nei 10 mesi in cui ha vestito i panni del presidente. Tuttavia, a dettare legge all’interno del Palermo, secondo la magistratura, era sempre il patron Maurizio Zamparini.

Giovanni Giammarva
Giovanni Giammarva

Il fallimento del club sarebbe partito tutto dalla cessione del marchio alle società Mepal e Alyssa, che possedevano un credito fittizio di 40 milioni di euro. Una strategia architettata per eludere i controlli svolti dalla Covisoc, la commissione che vigilia sugli stati economici finanziari delle società professionistiche di calcio.

Nelle circa venti pagine preposte dal giudice, come viene riportato sul GdS, oltre alla condanna di Giammarva, è illustrata l’assoluzione dei due sindaci Andrea Favatella e Michele Vendrame. L’ex numero uno rosanero coadiuvato dal suo legale, l’avvocato Antonio Gattuso, sta valutando di conseguenza il ricorso.


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