I lupi sbranano un piccioncino: altro che aquile…

Il Palermo torna al Barbera, Mirri al suo posto in gradinata, l’Avellino a casa coi tre punti. Questo il riassunto di un pomeriggio più nero che rosa, con i lupi irpini venuti a banchettare su una squadra incapace di produrre azioni da gol e che – allo stato attuale – non segnerebbe nemmeno giocando senza avversari.

Divertente come una trasmissione di Enrico Papi, il primo tempo scorre via con poche emozioni. Più calci che calcio, a dir la verità: questa è la la serie C, baby, e prima lo capiamo meglio è. Azioni da gol praticamente nessuna tranne quella del gol dell’Avellino in cui, a difesa rosanero schierata, Doda decide di marcare D’Angelo all’insegna del distanziamento sociale: irpini in vantaggio. Entra “doppio passo” Kanoute proprio per l’italo-albanese ed, al 42º, Lucca ci dimostra (fallendo un’occasione di testa ad un metro dalla porta) che non è coi centimetri che si colmano certe lacune. O almeno, a calcio è così. 

La seconda frazione inizia con un gol annullato per fuorigioco ad Accardi che faceva ben sperare, ma è solo un episodio. I lupi capiscono che di fronte non hanno un’aquila ma un gustoso piccioncino ed al 57° raddoppiano con Fella: palla rubata a “doppiopasso” Kanoute, Lancini che lo osserva compiaciuto e Pelagotti che santìa in dodici lingue diverse tra cui il sanscrito e l’aramaico antico. Il Palermo scompare dal match ed il fischio finale è solo una liberazione. Anche i cambi non incidono: forse perchè non sono entrati Progetto ed Appartenenza. Ma il campionato è lungo, ci sarà spazio anche per loro. 

Pelagotti 6. Altri due palloni raccolti da dentro la porta. Povero San Pela…

Accardi 6. Prova a tenere botta. Oggi è l’anello meno debole della difesa 

Lancini 4,5. È un Bellusci con il look di Struna. Sempre sull’orlo di una crisi di nervi, in coppia con Kanoute regala il raddoppio ai lupi irpini.

Peretti 5,5. Non dà mai la sensazione di sicurezza dimostrando il divario tra il campionato di D e quello di C.

Doda 4. Regala il gol del vantaggio all’Avellino ed in mezz’ora fa più danni di un tornado. Mezzo voto in più perché ha sistemato i capelli.

Dal 29º Kanoute 4,5. “Doppio passo” entra, si scatafulla a destra e quando capisce che non può incidere in attacco decide di farlo in difesa perdendo il pallone che ha portato al raddoppio dei lupi.

Luperini 6. Inizia con buona verve, cafuddando all’urbisca a destra e a sinistra. Ogni tanto prende pure il pallone. Scompare presto causa evidenti limiti fisici, ma è uno dei pochi giocatori di categoria di questa squadra.

Odjer 6,5. Costretto a fare il play basso, il regista, l’incontrista, il magazziniere, lo steward ed il parcheggiatore è l’unica nota degna della giornata. 

Broh 5. Il “buon Broh” vaga alla ricerca di qualcosa senza capire di cosa per 64 minuti. Buoni fondamentali ma nulla più. 

Dal 64° Santana 6. Per voglia e carisma non dovrebbe saltare un solo minuto di questo campionato. Peccato che la carta di identità pesi quanto Monte Pellegrino.

Valente 6. Corre a perdifiato lungo tutto l’asse di sinistra ed è uno dei pochi che ci prova.

Rauti 4,5. Palla al piede è devastante. Il problema è che non la tocca mai.

Dal 72º Silipo s.v. 

Lucca 4,5. Inadeguato. Scopre all’improvviso che il Palermo non è Il Torino primavera e che l’Avellino non è il Biancavilla. Ma a scoprirlo dovrebbero essere anche altri… 

Dal 64° Saraniti s.v. Mezz’ora alla ricerca di un pallone che non arriva mai.

Boscaglia 5. Schierare questo Doda è un suicidio e lapidare Saraniti per questo Lucca è masochismo. Per il resto scelte anche condivisibili. Povero mister: gli si chiede di vincere un gran Premio di Formula 1 con un monopattino. In compenso gli stanno prendendo un terzino destro: evviva!

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