Crivello racconta l’isolamento: “Rimaniamo chiusi in camera 22 ore, ci svaghiamo al campo”

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Roberto Crivello è stato intervistato da Siamo Aquile, il programma televisivo che va in onda su Trm. Il difensore palermitano ha raccontato, in diretta dall’albergo in cui sta svolgendo l’isolamento insieme all’intera squadra, come sta vivendo questo periodo particolare.

“Per fortuna sto bene. Le giornate sono lunghissime, siamo in albergo e la società non ci fa mancare nulla. Però abbiamo solo quelle due ore di svago al campo – spiega il difensore – e poi stiamo sempre in camera, dove rimaniamo per circa 21-22 ore. Mi manca stare con la famiglia. Nel 2020 per fortuna ci sono le videochiamate ma purtroppo non è la stessa cosa”.

Se ci sono stati tutti questi contagiati nel Palermo può darsi che qualcosa non ha funzionato. Secondo Crivello, invece, il Palermo ha osservato tutte le regole previste: “Sia noi giocatori che lo staff tecnico eravamo sempre con le mascherine, al campo usavamo i gel igienizzanti. Le accortezze le usavamo tutti ma quando stai in uno spogliatoio basta un positivo che contagia tutti, e così probabilmente è successo. Chi è negativo è stato fortunato perché lo poteva prendere chiunque“.

QUESTIONI DI CAMPO

Ritornare in forma, dopo questi giorni di stop per forza maggiore, potrà essere un complicato per i 15 calciatori contagiati: “Sarà un problema per i miei compagni che sono positivi – osserva Crivello -. Se tutto va bene con il prossimo tampone saranno dieci giorni che sono stati fermi. Noi negativi ci stiamo allenando bene però per loro sarà più complicato rientrare”.

La partita con la Turris è stata rinviata a sorpresa pochi minuti prima del fischio d’inizio. Crivello ha spiegato cosa è successo quel giorno: “È stata una brutta giornata, noi eravamo pronti e carici. Mentre stavamo provando i tiri in porta è arrivato il team manager a comunicare che la partita era stata rinviata. C’è stata tanta amarezza e delusione perché noi volevamo giocare. Siamo stati sorpresi, è vero che in mattinata c’era un dubbio, ma noi eravamo concentrati”.


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