Finalmente Saraniti, finalmente la vittoria del Palermo. Un caso, certamente, ma magari no. L’attaccante palermitano ha trovato il primo gol di questo campionato nel giorno del primo successo stagionale dei rosanero. Un bel gol, al quinto minuto del primo tempo: Saraniti si è smarcato in area di un cross dalla destra e con perentorio stacco di testa ha incrociato imparabilmente.
Fortune e sfortune del giocatore e della squadra si sono sovrapposte e quasi identificate, in questi primi mesi di Serie C e col crescere del livello di gioco del Palermo è cresciuto anche quello delle prestazioni di un giocatore che la piazza non sembra apprezzare totalmente. Una diffidenza che nasce dalle aspettative della tifoseria di una punta da “doppia cifra”, caratteristica che Saraniti non ha mai avuto. Ma sta emergendo la sua “carta” più preziosa da calare sul tavolo da gioco: la generosità, la voglia di lottare per quella maglia che è quella della squadra della sua città e che per un palermitano purosangue, come lui, può essere motivo di esaltazione, ma può anche pesare più del piombo.
Saraniti e il Palermo, percorsi paralleli. Entrambi accolti e giudicati con scetticismo, bocciati prima del tempo, giudicati inadeguati a un campionato di vertice. E le prime prove hanno confermato queste impressioni. Il gioco della squadra di Boscaglia faticava a ingranare, con prestazioni insufficienti e conseguenti sconfitte, mentre Saraniti si dimostrava del tutto ininfluente, come l’intero reparto avanzato, quasi mai servito di palloni utili a creare pericoli e occasioni da rete. E lo zero nella casella dei gol era la dimostrazione più lampante dei problemi di un Palermo relegato in coda alla classifica, criticatissimo dai tifosi. E proprio contro l’attaccante palermitano ci si è accaniti con i giudizi negativi, irridenti, offensivi persino, ben oltre il giudizio tecnico.
DI MEZZO ANCHE TANTE DISAVVENTURE
Un Palermo sul quale là sfortuna ha infierito: decisioni arbitrali discutibili e il Covid, che ha imposto di rinviare partite a raffica, fino a giocare in condizioni di incredibile emergenza il derby con il Catania. Siccome il calcio è materia strana, proprio in quella partita, che per i più non si sarebbe neppure dovuta giocare, il Palermo e Saraniti hanno dato il meglio, hanno dato tutto. In una squadra che ha mostrato carattere, voglia di lottare su ogni pallone e buone trame di gioco, Saraniti ha dato il suo grande contributo, finendo tra i migliori in campo, nonostante un gol fallito che poteva essere decisivo per una vittoria contro il Catania, dando ai rosanero il momentaneo 2-0. Ma aveva dato un grande aiuto alla squadra e cercato ripetutamente la porta, anche con i tiri dalla distanza.
Un grande segnale di crescita comunque, del gruppo e del giocatore, che ha avuto conferma oggi, a Castellammare di Stabia, dove il Palermo ha giocato un grande primo tempo, messo subito in discesa da quella schiacciata di testa del suo centravanti. Un gol che è stata una liberazione, una grande gioia personale come dimostra l’esultanza del numero 9, stretto dall’abbraccio di tutti i compagni, a dimostrazione che Boscaglia sta costruendo un gruppo coeso e unito: un’arma in più, per affrontare le difficoltà. Che sono tutt’altro che finite.
DALLA GIOIA DEL GOL AL DISPIACERE PER L’INFORTUNIO
Gli sforzi del derby hanno chiesto il conto al Palermo e a Saraniti: la squadra, nonostante le occasioni in contropiede che hanno fruttato il gol del raddoppio di Floriano, più altri tre sfiorati, con lo stesso Floriano, con Rauti e con Lucca, era chiaramente in debito di energie, consentendo alla Juve Stabia di costruire e di rendersi pericolosa. Saraniti, invece, ha dovuto lasciare il campo per un infortunio la cui entità dovrà essere valutata nei prossimi giorni.
Sarebbe un peccato, se dovesse fermarsi, proprio quando sembrava aver trovato il filo del discorso tattico e, ora, pure il gol. Un gol bello e importante, perché ha messo la partita nei binari più propizi per i rosanero, perché ha premiato gli sforzi di un giocatore che, di fronte alle critiche ha risposto sul campo, con l’impegno e con l’amore per la maglia. Certamente, una rondine non fa primavera e un gol è ancora troppo poco per smentire critici e detrattori. Ma, almeno per oggi, vogliamo eleggere Saraniti simbolo di un Palermo che prova a andare oltre i suoi limiti oggettivi, che non ne fanno una squadra da primi posti, ma in grado di dire la sua, certamente.
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