L’inchiesta che ha portato all’arresto dei fratelli Tuttolomondo, Salvatore e Walter, continua a far emergere alla luce nuovi elementi per la Procura. I pubblici ministeri che stanno seguendo la vicenda, Dario Scaletta e Andrea Fusco, hanno scovato delle proprietà immobiliari. Si tratta di 8 immobili dal valore di circa un milione e centomila euro.
I giudici hanno trovato questi beni grazie ad una intercettazione di uno dei familiari dei Tuttolomondo che parlava della vendita in blocco di alcuni appartamenti, “Prima che si portano via tutto” sottolinea un parente. I finanzieri hanno scoperto che questi immobili erano riconducibili ad una società, la “Immobiliare Ponte Nona Srl”, controllata a sua volta dalla “Dae costruzioni Spa”, una delle società a cui fanno capo i fratelli napoletani.
Il valore delle proprietà sequestrate coprirebbe l’intera cifra stabilita dal gip Lorenzo Jannelli per il sequestro preventivo dei beni, ovvero equivarrebbe al denaro scomparso dalle casse dell’Us Città di Palermo che l’hanno portato al fallimento.
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