La Turris è un Potenza 2.0 fatta di novantasei minuti di catenaccio e due contropiedi. La squadra allenata da Fabiano si piazza davanti la propria porta con gli undici titolari, la panchina, i magazzinieri ed il pullman, mentre il Palermo non riesce a replicare il miracolo accaduto contro i lucani, anzi. Una timpulata a tempo scaduto dei campani, infatti, risveglia i rosanero da precoci sogni di gloria.
PRIMO TEMPO
È un Palermo che ci crede quello della prima frazione. Un rigoricchio negato a Saraniti, il solito tiro dalla palazzina cinese di Odjer e l’ormai consueta punizioncina di Almici fanno da cornice alla doppia vera occasione creata dal Palermo. Al 27°, infatti, Saraniti di testa su corner colpiva il palo con una palombella deliziosa e, sugli sviluppi dell’azione, Rauti si divorava un gol a zero metri dalla porta. Non serviranno a nulla le ulteriori conclusioni di Broh e Kanoute, tanto meno la collezione di calci d’angolo ottenuta dai rosanero. Zero a zero, si va al riposo.
SECONDO TEMPO
Il Palermo che dovrebbe spaccare il match decide di restare negli spogliatoi. I secondi quarantacinque minuti iniziano e finiscono con due contropiede della Turris: il primo dopo tre minuti (salvato da Pelagotti in Garella Style) ed un altro al 95° nel quale i campani trovano il gol vittoria. Nei quarantacinque minuti che stanno in mezzo è un Palermo pericoloso come un killer con la pistola ad acqua. Silipo al 60º prova ad abbattere gli inesistentii ghiacciolari, addirittura Marconi tenta una rovesciata plastica e Lucca riesce a lisciare qualsiasi cosa gli passa sotto i piedi. A volte anche il pallone. Ai rosa non basta neanche che i giocatori della Turris inizino a prendersi a testate fra loro. Stavolta nessun miracolo, anzi. È beffa, la più classica delle beffe.
LE PAGELLE
Pelagotti 6,5. Costretto ad un intervento decisivo mentre stava aggiornando il suo Instagram. Incolpevole sul gol della Turris a tempo scaduto.
Almici 6,5. Sembra giocare da fermo e contemporaneamente sembra essere lungo tutta la fascia. Fuori categoria.
Crivello 5. Affetto da una forma grave di Aleesamite galoppante, mette dentro un solo cross e per giunta al minuto 90.
Accardi 6. Visto quanto succede a chi gioca nel suo ruolo, gioca con una sola mano libera… Resta attento nelle poche occasioni in cui la Turris si affaccia nella metà campo rosanero.
Marconi 6. L’aria di schiffaramento totale lo porta spesso nell’area della Turris. Quando prova la rovesciata si intuisce che i rosa non hanno le idee proprio chiarissime su come andare in gol quest’oggi.
Broh 5,5. Finisce in crescendo il buonBroh, ma buona parte del match la gioca da tripla medaglia d’oro olimpica in nascondino
Dal 87º Martin 4. Rapido come la moviola di una moviola alla moviola, stende il tappeto rosso in occasione del gol della Turris.
Odjer 6,5. Il solito pitbull travestito da barboncino. Corre per tutti e non tira mai indietro la gamba.
Kanoute 5,5. Si perde dopo un avvio promettente. Solo un tiro-caramella nel primo tempo e mai una vera iniziativa. Soprattutto neanche un doppiopasso: questa è la cosa grave.
Dal 58º Silipo 6,5. Quaranta minuti in un’apnea fatta di dribbling e cross: peccato che non abbia nessuno da servire lì davanti.
Floriano 5,5. Tanto sacrificio, ok, ma la porta avversaria resta solo un miraggio.
Dal 66º Valente 5,5. Prova a ritrovare il ritmo gara ma non incide più del compagno.
Rauti 4,5. Con il portiere della Turris disteso inerme come un tappeto persiano, sbaglia un gol da perderci il sonno per settimane. Sia lui, sia i tifosi.
Dal 58º Luperini 6. Crea un po’ di vucciria tattica, ma – come Paganini – non ripete.
Saraniti 6,5. Un leone su ogni palla e quando non ne arrivano va a cercarle. Prende un palo con un colpo di testa chirurgico e la sua uscita coincide con un Palermo che non si avvicina più alla porta della Turris
Dal 66º Lucca 4. Un’involuzione terribile. In mezz’ora si dimostra sciarriato con i piedi, con la testa ma soprattuto con il gioco del calcio. Torna presto!
Boscaglia 5. Stavolta i cambi sembrano più scaramantici che logici ed il cambio Kanoute/Silipo ricorda tanto il Kraja/Langella di pergolizziana memoria. L’attacco che già arrancava viene completamente stravolto come se le cinque sostituzioni fossero un obbligo più che una possibilità .
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