Lucca è la torre, ma la Viterbese fa scacco – LE PAGELLE

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Palermo-Viterbese è una specie di manicomio calcistico dal quale tenere lontani i deboli di cuore. Un mix di sonniferi (nel primo tempo) ed anfetamine (nel secondo) dove non si capisce più se essere contenti per aver preso un punto o incavolati come le biscie per non averne presi tre. Segnano le torri (Lucca, doppietta, e Saraniti) ma è la Viterbese fare scacco ai rosa. Fortunatamente non matto. Il paradosso di una partita mattissima.

Lucca, doppietta contro la Viterbese

PRIMO TEMPO

Neanche il tempo di posizionarci sul divano che Silipo inventa una punzione-arcobaleno che si schianta sul palo della porta della Viterbese. Sembra il preludio di una specie di tornado che di lì a poco si sarebbe abbattuto sui laziali ed invece il Palermo diventa un venticello leggero leggero. Tiri in porta col contagocce e quasi tutti sugli sviluppi di calci piazzati: manco fosse una partita a subbuteo. A proposito di piazzati: al minuto 31 l’arbitro nega un rigore ai rosanero per fallo su Rauti. Fischio finale, caffettiera sul gas: si va al riposo.

SECONDO TEMPO

Tutto quello che non è successo nel primo tempo succede nel secondo, e con gli interessi! Tre gol per parte, tante azioni da gol rosa, la Viterbese che rischia di portarsi a casa i tre punti, accenni di rissa, cartellini gialli a tignitè, pali, traverse, un altro rigore negato. Roba che neanche nella famosa Italia-Inghilterra 20 a 0 di fantozziana memoria. Palermo che va in vantaggio con Lucca, Viterbese che la ribalta, rosa che riacciuffano il pari con Saraniti. Laziali ancora in vantaggio e Palermo che la riprende per i capelli nei minuti di recupero ancora con Lucca. Sempre Lucca, in pieno recupero, trova il tempo per una traversa. Fischio finale, è 3 a 3: camomilla per tutti!

LE PAGELLE

Pelagotti 5,5. Prendere tre gol non è un bel risultato. Sul primo è beffato da una traiettoria da x-files, ma sul secondo e sul terzo resta incollato sulla sua riga di porta con una chilata di attak.

Almici 6,5. Il solito treno sulla fascia. Dai suoi piedi parte il cross per l’uno a zero ma anche una diagonale tardiva che vale l’uno a uno della Viterbese. Quando si struppìa si dice che l’eco delle imprecazioni dei tifosi rosanero abbia travalicato le Alpi arrivando fino in Normandia. 

Dal 73° Valente s.v.

Crivello 6. Tutto quello che c’è da fare in fase difensiva gli riesce perfettamente. Sui cross ci dobbiamo lavorare.

Accardi 5. Va in bambola sul raddoppio della Viterbese e sul terzo gol laziale sembra Davide contro Golia. Solo che stavolta ha vinto Golia.

Marconi 5. Sul secondo gol gialloblù, fa la figura del Coyote che insegue Road Runner.

Broh 6. Compitino. Il buonBroh deve decidere cosa vuole fare da grande.

Dal 78 Luperini s.v.

Odjer 6,5. È ovunque, forse pure in Potenza-Avellino che si gioca contemporaneamente. Se avesse qualche centimetro in più si metterebbe pure in porta.

Silipo 6. Subito un palo su punizione, cross al millimetro su corner e tanto scompiglio con suo compare Almici. Avrebbe titolo per restare in campo ma, paradossalmente, il Palermo ne fa tre appena esce lui.

Dal 55º Lucca 8. Due gol, una traversa e la spizzata che porta al cross del secondo gol rosa. I tanto invocati centimetri, finalmente, risultano utili.

Kanoute 5,5. Un solo doppiopasso quasi a partita scaduta. Parte a sinistra, poi va a destra, poi di nuovo a sinistra e poi ancora a destra. Non riesce comunque ad incidere in questa specie di “Gioca jouer”.

Rauti 5. A parte un rigore negato nel primo tempo, ha la spia della benzina sul rosso fisso. 

Dal 55º Floriano 6,5. Quasi quaranta minuti belli pimpanti. Suo il cross per il gol di due a due rosanero. 

Saraniti 6,5. Nonostante si giochi con quattro giocatori offensivi, fa reparto da solo Andrea. Un gol, un palo, un rigore negato e la solita generosità nel cercare palloni quando la manovra ristagna. 

Boscaglia 5,5. La Viterbese gli inchiumma l’ennesimo gol in contropiede della stagione e la squadra è bloccata in un canovaccio tattico sempre identico. Pedina più pedina meno c’è il rischio di scambiare l’identità di squadra con la fossilizzazione tattica. Azzecca il tempo per l’ingresso di Lucca con un tempismo da cecchino, ma non ci si può affidare sempre alla fortuna con la “C” maiuscola.

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