Le aquile del Palermo ci rimettono le penne anche allo Zaccheria. Il Foggia, infatti, archivia la partita già nel primo tempo segnando due reti perfettamente identiche a tante altre prese dai rosanero quest’anno. A meno che non sia il decimo posto l’obiettivo del Palermo, c’è da riflettere.
PRIMO TEMPO
Neanche il tempo di fare calare l’ultimo anelletto nel percorso gastro-esofageo che Somma e Pelagotti si esibiscono in una nuova disciplina olimpica: la fissarìa sincronizzata. Il centrale è in ritardo a coprire, il portiere in ritardo in uscita ed il Foggia a momenti stava per piazzare la biglia in buca. Buca che arriva puntuale come un buccellato per l’Immacolata: ennesimo fuorigioco sbagliato, il rossonero D’Andrea s’invola e batte Pelagotti. I rosa potrebbero subito raddrizzarla: palo clamoroso di Floriano e liscio ancor più clamoroso di Saraniti sul quale i tifosi del Palermo pare abbiano invocato 674 santi in rigoroso ordine alfabetico. È peccato, si sa, ed il Palermo subisce la punizione divina: il Foggia approfitta di un centrocampo rosanero folto come un ufficio pubblico quando devi chiedere informazioni e si presenta davanti l’area dove una difesa modello presepe lascia il tempo a Rocca di dribblare, fumarsi una sigaretta, ascoltare l’ultimo CD di Laura Pausini e tirare in porta. Porta nella quale un Pelagotti evidentemente distratto dagli acuti della cantante emiliana si fa infilare per la seconda volta. Onestamente il Foggia potrebbe pure calare il tris dopo un assist di Luperini, ma ci graziano. Si va al riposo. Possiamo dare quindici minuti di sosta ad un fegato diventato enorme quanto la Daunia.
SECONDO TEMPO
I secondi quarantacinque minuti vedono un Palermo veemente, costantemente proiettato in avanti e che, in meno di venti minuti, si porta avanti quattro a due. Peccato fosse solo una partita alla play-station giocata per ammazzare il tempo dell’intervallo. La verità è che il Palermo non esiste ed al Foggia basta una ripresa giocata al piccolo trotto per contenere l’offensiva inoffensiva della squadra di Boscaglia. È notte fonda allo Zaccheria.
LE PAGELLE
Pelagotti 5. Il primo gol è la fotocopia di tanti altri presi quest’anno. Sul secondo, invece, si tuffa con la lentezza di un bradipo ultracentenario.
Accardi 6. Ci mette voglia e agonismo. Anche se coinvolto nella frittata del primo gol, risulta il migliore dei suoi
Crivello 4. Non si capisce cosa voglia fare sul primo gol del Foggia e si permette pure di protestare. Di crossare, vabè… figuriamoci. Ancora una partita da dimenticare.
Somma 4. Sarà la condizione fisica, sarà il campo… Sta di fatto che ogni volta che il pallone è dalle sue parti sembra un film di Dario Argento…
Dal 83º Martin s.v.
Marconi 5. Cerca di mettere toppe dove può, ma è colpevole di una inutile gita fuori porta sul vantaggio del Foggia.
Odjer 5,5. Solo corsa a matula oggi, ma è solo ed abbandonato al suo destino. Forse al cinema sul secondo gol del Foggia.
Dal 64º Rauti 5. Mezz’oretta nella quale incide come un panino per Santa Lucia.
Broh 4. Per rintracciare il buonBroh ci vuole una puntata di “Chi l’ha visto?”. Regista? Incontrista? Mediano? Mezzala? Boh, anzi Broh?
Dal 53º Palazzi 5,5. Prova a mettere ordine in una casa devastata. Non si fa male: è già qualcosa.
Kanoute 5. Il campo non lo aiuta, ma lui fa poco per farsi aiutare.
Dal 64º Valente 5,5. Il più pimpante di una ripresa mai ripresa.
Floriano 5. Come una specie di mago Casanova appare dopo venti minuti, prende un palo e scompare di nuovo. Abracadabra.
Dal 53º Lucca 5. A parte un giallo benevolo, non fa nulla per poter disturbare la difesa rossonera. Restiamo in attesa dei prossimi insulti.
Luperini 4. Gira a vuoto con la grazia di Bud Spencer in tutù. Del resto, indossare la “27” non fa diventare di colpo trequartisti.
Saraniti 4. Solita generosità da sufficienza, ma prende un giallo pesante quanto inutile e sbaglia un gol assurdo con un liscio mai visto neanche a briscola in 5.
Boscaglia 4. Paradossalmente la gestiva meglio quando era in emergenza e con gli uomini contati ed è colpevole di questo disastro quanto i sedici andati in campo. Capitolo difesa. Becca ancora gol su un fuorigioco sbagliato: forse è meglio giocare un po’ più bassi o, in alternativa, chiedere alla Azzolina di fare un corso di recupero sull’offside. Anche a distanza se è il caso. Capitolo centrocampo. Forse c’è vita su Marte, di sicuro non ce n’era in questo centrocampo a due (che poi era a uno visto che Broh era inesistente). Capitolo attacco. Forse, viste anche le condizioni del campo, si poteva sfruttare un Lucca galvanizzato indicando ai propri calciatori di crossare pure dall’autogrill. Invece no, meglio Luperini trequartista. Un po’ come mettere un’oliva su una brioche nocciola e panna.
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L’articolo più spassoso ma manche l’analisi più azzeccata e le migliori pagelle che abbia letto su questa bruttissima partita. L’ironia è molto importante per sdrammatizzare, in fondo è soltanto un gioco. Bravo!
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