Altro stop, del Palermo, e sono cinque, in campionato. I rosanero cadono a Foggia, dopo 25 anni dall’ultima sconfitta allo Zaccheria, al cospetto di una squadra scossa dai fatti di cronaca della settimana, ma dalle idee decisamente chiare, in campo. Una sconfitta che fa male, quella di oggi, perché allontana ulteriormente la squadra di Boscaglia dalla zona play off e ne evidenzia tutti i limiti, davanti come in difesa.
Soltanto una vera occasione da gol per il Palermo che, a differenza delle ultime prestazioni, ha fatto più di un passo indietro sul piano della costruzione del gioco, palesando indecisioni fatali nel reparto arretrato. E il Foggia ha sfruttato spazi e opportunità offerti gentilmente dall’avversario per prendersi i tre punti e volare al quinto posto. Due chance e due gol, per la squadra di Marchionni e questo spiega tutta la differenza tra le due squadre e gran parte dei problemi del Palermo.
LE SCELTE INIZIALI
Boscaglia schiera il solito 4-2-3-1, con Somma centrale insieme a Marconi, Accardi sulla destra e Crivello sulla sinistra in una difesa che deve cambiare volto per l’ennesima volta; Broh, Odjer a centrocampo e con Luperini, Kanoute e Floriano alle spalle di Saraniti. Marchionni propone D’Andrea in avanti insieme a Curcio, vicecapocannoniere del girone con 6 gol, per sfruttarne la velocità negli inserimenti.
Scelta azzeccata fin da subito, perché al 4° arriva il primo brivido: malinteso tra Somma e Pelagotti che regalano un’occasione a D’Andrea su un pallone inoffensivo e che i due rosanero dovevano soltanto controllare. Il giocatore rossonero ruba il tempo al portiere in uscita, ma il suo tiro finisce fuori, per fortuna. Il Foggia si rende pericoloso sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla trequarti, ma Curcio pescato libero sulla sinistra per il colpo di testa è in fuorigioco. Pelagotti aveva comunque parato a terra.
Sul campo reso pesante dalla pioggia è difficile sviluppare trame di gioco lineari, ma il Palermo prova a praticare i suoi schemi palla a terra, anche se manca ovviamente la consueta velocità . Al 16°, Saraniti bussa alla porta di Fumagalli, con un colpo di testa da centroarea su cross di Broh dalla trequarti. Sul ribaltamento di fronte, il Foggia passa in vantaggio con D’Andrea che servito da Curcio si invola sulla destra, batte in velocità i difensori rosanero, lenti a reagire e supera Pelagotti. Timido abbozzo di protesta di Crivello per la posizione del giocatore foggiano, tenuto in gioco da Accardi.
FLORIANO E SARANITI SBAGLIANO IL GOL CHE POTEVA CAMBIARE LA PARTITA
Il Palermo risponde subito: azione sulla destra di Kanoute che crossa al centro; sul secondo palo Floriano libero tira a incrociare, ma colpisce la base del palo; sul rimpallo la sfera finisce sulla mano di un difensore, (tocco assolutamente involontario), e poi arriva sui piedi di Saraniti che si incarta clamorosamente e non riesce a ribadire in porta. Il Palermo tiene palla, senza però creare occasioni e il Foggia prova a sfruttare gli spazi disponibili in avanti. Talvolta, i rosanero perdono le distanze tra i reparti, sguarnendo il centrocampo, mentre la difesa tarda a salire, forse per evitare di essere presa in velocità .
E i rossoneri ne approfittano al 36°, quando Rocca servito sul limite dell’area, ha il tempo di sistemarsi il pallone sul destro e battere Pelagotti all’angolino con un rasoterra. Foggia vicino al 3-0 al 39°: Curcio si destreggia tra quattro avversari, Luperini involontariamente serve D’Andrea che scatta sulla sinistra; il suo cross che attraversa tutto lo specchio della porta è lungo per Vitale che non arriva in tempo per la deviazione decisiva. Il nervosismo prende il sopravvento tra i rosanero: Saraniti va al faccia a faccia con un avversario, Boscaglia protesta veementemente per un fallo non fischiato a Floriano. Si va negli spogliatoi con l’immagine di un Palermo incapace di creare veri pericoli agli avversari e in difficoltà di fronte alla velocità delle loro ripartenze.
STESSO COPIONE NELLA RIPRESA
Nei primi minuti della ripresa il Palermo non riesce a trovare i ritmi alle sue giocate per creare problemi alla retroguardia foggiana; ci provano Floriano e Broh, ma con poca convinzione e poca precisione. Una sorta di rappresentazione della loro prestazione odierna. E sono proprio loro i primi a lasciare il campo, al 52°, rispettivamente per Lucca e Palazzi. Per l’ex Bari, che ha provato a svariare su tutta la trequarti, soltanto il lampo del palo.
Boscaglia ripropone le due punte, ma Lucca e Saramiti non riescono mai a dialogare o a favorire i rispettivi inserimenti; il Palermo esercita un possesso palla assolutamente sterile e debitamente distante dall’area del Foggia che, dal canto suo sta in posizione d’attesa, sempre in agguato in attesa di un’occasione di contropiede. Come al 61°, quando D’Andrea si invola e segna, ma dopo essere scattato in fuorigioco.
Al 64° Boscaglia prova a dare maggiore imprevedibilità all’azione della sua squadra e a presidiare meglio le fasce, inserendo Rauti e Valente per Odjer e Kanoute. Al 69° è il Foggia che si fa trovare scoperto dietro: Somma con un lancio lungo pesca Rauti solissimo sulla sinistra, il giovane ex Torino entra in area, ma manca di freddezza al momento del tiro e l’occasione sfuma.
NESSUN GOL IN ZONA CESARINI
All’81° Valente calcia alto, dopo un batti e ribatti in area su un pallone spiovuto da calcio di punizione per il Palermo. Il tecnico dei siciliani inserisce anche Martin; Al 90° gran pallone di Luperini per lo scatto di Valente che supera il portiere avversario, ma è anticipato per il tiro del possibile 2-1. I rosanero tentato di aumentare la pressione, ma senza cambiare di una virgola le sorti di una partita che sorride al Foggia e che, invece, proietta in Palermo in un cono di depressione.
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