Tony Di Piazza lascia il Palermo Fc. Si tratta di una scelta definitiva, comunicata ieri durante l’assemblea dei soci del Palermo. Il socio di minoranza, che detiene al momento il 40% del club, ha deciso di far valere il diritto di recesso con i canonici sei mesi di preavviso. L’11 giugno del 2021, l’italoamericano non farà più parte del Palermo. A sei mesi dalle sue dimissioni da vice presidente, avvenute il 26 maggio scorso, dunque, c’è un nuovo colpo di scena. Ma questa volta appare perentorio e definitivo.
Non sono volati strali durante il CdA di ieri, probabilmente perché la decisione era nell’aria. Tony Di Piazza, come più volte dichiarato, non dovrebbe disimpegnarsi per ciò che è già stato concordato. Per estinguere il suo debito dovrà versare ancora nelle casse societarie 3,2 milioni di euro.
PERIZIA ALL’11 DICEMBRE 2020
Bisognerà adesso valutare quanto valgono le quote di Tony Di Piazza per stabilire a quanto ammonterà la sua liquidazione. Per far ciò sarà nominato dal tribunale un perito che stabilirà quanto valevano all’11 dicembre scorso le quote societarie di Di Piazza. Le parti, successivamente, potranno accordarsi su quella cifra o “trattare”. Se non si dovesse arrivare ad un accordo entro l’11 giugno 2021 potrebbe essere richiesta al tribunale una perizia definitiva.
I MOTIVI CHE HANNO PORTATO AL DIVORZIO
Nell’ultimo periodo sembrava ci fosse stato un riavvicinamento tra Mirri e Di Piazza. La notizia della partecipazione dell’italoamericano al progetto “centro sportivo di Torretta“, aveva lasciato ben sperare per una rappacificazione. In realtà ciò non è di fatto mai avvenuto. Le parti sono rimaste lontane e si sono parlate soprattutto tramite avvocati.
GIANLUCA PAPARESTA
A rompere definitivamente il rapporto, il mancato rinnovo del contratto a Gianluca Paparesta, uomo di fiducia di Tony Di Piazza. Senza gli occhi dell’ex arbitro pugliese sullo staff palermitano, l’ex vice presidente del club è rimasto completamente isolato dalle vicende societarie, aggravando notevolmente i motivi che lo avevano spinto a lasciare, lo scorso maggio, la sua poltrona da numero due in casa rosanero.
LE DELEGHE DI MIRRI E SAGRAMOLA
Con la nuova stagione fra i professionisti, è aumentato il potere di spesa di Rinaldo Sagramola. Da 100 mila euro la sua delega è passata a 600 mila euro. Stessa cifra per Dario Mirri, che ha avuto possibilità di operare, però, non nel contesto tecnico. Non era d’accordo con questa decisione il socio di minoranza americano, perché a queste condizioni, di fatto, si è ridotto notevolmente il potere del Consiglio di Amministrazione, escludendolo ancor di più Di Piazza dalle decisioni societarie.
COSA BOLLE IN PENTOLA?
Il Palermo perde dunque un socio importante che ha garantito e sta garantendo, nonostante tutto, un’entrata di 6 milioni di euro alle casse di viale del fante. Alla luce di ciò, ci chiediamo quale possa essere la strategia della famiglia Mirri e dell’amministratore Rinaldo Sagramola che, di fatto, non hanno mai fatto nulla per ricucire la ferita. Anzi, l’hanno allargata.
Questa società può davvero fare a meno della forza economica di Tony Di Piazza? Dario Mirri riuscirà a compensare l’uscita del socio americano sobbarcandosi la sua parte? Cosa bolle in pentola? Magari un nuovo socio o una nuova proprietà pronti a subentrare? Tanti gli interrogativi che non trovano al momento risposta. Di certo il Palermo targato Hera Hora, con l’uscita di Di Piazza, perde gran parte della sua anima, un indiscusso protagonista della rinascita rosanero post fallimento. Un uomo che, con i suoi messaggi sui social e con le sue apparizioni in tv e sul web, con la beneficenza a distanza e con la sua totale disponibilità, è stato capace di farsi amare dalla maggior parte dei tifosi rosanero, trasmettendogli grande entusiasmo e tanta passione.