Palermo, girone d’andata negativo: problema tattico, tecnico o mentale?

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È appena terminato il girone d’andata del girone C di Lega Pro. Adesso, dopo un inizio dal calendario a singhiozzo con recuperi ammassati a causa del covid, si può dire che il Palermo ha affrontato, chi prima chi dopo, tutte le avversarie del proprio girone. Come sempre accade, quando termina il cosiddetto “giro di boa” è tempo di un primo bilancio.

Si potrebbe discutere sulla proprietà, imputando a chi gestisce dall’alto una gestione errata prima di inizio stagione e una preoccupante immobilità sul mercato. Ma se davvero “la società sa” come lapidariamente affermato da Boscaglia, bisognerà attendere la fine la cosiddetta “sessione di riparazione invernale” per trarre considerazioni più o meno sensate sul prosieguo della stagione del Palermo. Fermo restando che poi sarà sempre il campo a parlare.

CAMBIA IL MODULO MA NON LA SOSTANZA

E allora, per parlare di campo, non pare che il Palermo abbia carenze dal punto di vista fisico. La tenuta atletica dei rosanero è sembrata essere di buon livello, e i cambi effettuati dal mister sono stati spesso di natura tecnico-tattica.Tuttavia, analizzando le 18 partite disputate dal Palermo finora, appare chiaro che un problema c’è.

Nel girone di andata il Palermo ha totalizzato 24 punti, 15 dei quali nelle 10 partite interne e solo 9 nelle 8 gare esterne. Un bilancio globale da “numeri del diavolo”, quel 6-6-6 complessivo tra vittorie, pareggi e sconfitte, non di certo da squadra che ambisce a raggiungere una piazza da podio nel girone.

C’è da chiedersi se il problema di questo rendimento discontinuo, altalenante e poco convincente sia di natura tattica, visto che Boscaglia di recente ha virato sul 4-3-3, mettendo da parte il suo credo calcistico per calarsi nella dura realtà della categoria. D’altronde adattare gli schemi agli uomini, e non il contrario, appare una scelta condivisibile. Ma c’è da capire se l’assenza di un regista vero, o quantomeno compatibile con le idee del tecnico, possa essere alla lunga un limite per la la fluidità del gioco e la resa complessiva della squadra.

QUAL E’ IL REALE VALORE DELLA ROSA?

Sul valore della rosa, non economico ma sul terreno di gioco, il mister preferisce non esprimere giudizio per non essere mal interpretato.

I numeri però non hanno bisogno di essere interpretati: 19 gol subiti in 18 partite, seppur significhi in media un gol a partita, può non essere un dato altamente preoccupante per una difesa. Lo diventa però se il numero è identico per le reti realizzate. Non a caso non solo Ternana e Bari, ma anche le altre sei squadre sopra il Palermo in classifica hanno segnato di più dei rosa. La squadra fatica a trovare la via del gol, e quando la trova la smarrisce con facilità, eccetto in rare occasioni.

Senza voler buttare la croce su qualcuno in particolare, se dal confronto tra società ed allenatore è emerso che il problema è tecnico bisognerà capire, ove sarà possibile, quali siano le reali lacune di questa rosa e porvi rimedio.

E SE FOSSE UN PROBLEMA DI TESTA?

Se a Cava l’importante è stato vincere, al Barbera contro la Virtus Francavilla i tre punti sono andati all’avversario. Del successo dei campani è palese complice un Palermo sceso in campo senza nemmeno un briciolo della determinazione messa in campo nella prima frazione.

Nel secondo tempo non abbiamo avuto il piglio giusto, siamo entrati forse timorosi, ci siamo abbassati e non siamo riusciti a giocare come il primo tempo. – Ha dichiarato Nicola Valente nel post dell’ultima gara contro la Virtus Francavilla. – Probabilmente è una questione psicologica che bisognerà valutare attentamente insieme al mister“.

Mister che dal canto suo ha definito “remissivi e un po’ sbandati” gli undici scesi in campo dopo l’intervallo dell’ultima partita. Secondo il tecnico “non è stata questione di uomini ma di atteggiamento“.

Senza la presunzione di voler rubare il mestiere agli specialisti, è risaputo che in ogni ambito la componente psico-emotiva influisce inevitabilmente, e il calcio non fa eccezioni. Dopo la “Notte da Leoni” nel derby, che aveva fatto seguito al pareggio conquistato “con il cuore” in 9 uomini a Catanzaro, la squadra pareva lanciata verso una svolta. Le successive tre vittorie contro Juve stabia, Paganese e Potenza potevano apparire come la conferma empirica di una compagine ritrovata sul piano dei risultati e di conseguenza del morale. Ma qualcosa nel prosieguo non è andato nel verso sperato.

LA TURRIS HA CAMBIATO TUTTO?

Il recupero contro la Turris, con il gol di Pandolfi allo scadere, ha segnato lo stop di un periodo positivo e l’inizio di un’altalena di emozioni poco adatta ai deboli di cuore. La vittoria schiacciante contro il Monopoli, pura illusione di nuova rinascita, ha preceduto il rocambolesco 3-3 casalingo contro la Viterbese. Sfida contro i laziali che verrà ricordata, in tema di componente psicologica, per l’esultanza polemica di Lucca, al suo primo gol stagionale in maglia rosanero.

Il punto più basso, se si eccettuano i flop di inizio stagione, la squadra lo ha raggiunto a Foggia. Al “Pino Zaccheria” matura un 2-0 per i padroni di casa,senza che il Palermo nemmeno scenda in campo. Poi la vittoria casalinga contro la Casertana e il successivo pareggio a reti bianche di Vibo Valentia.

Fino ad arrivare al 23 dicembre quando, tra saluti all’anno vecchio e auguri di buone feste, si accoglie il Bari con l’esibizione della maglia celebrativa: arriva un pari, col missile di Lucca su punizione che regala un buon Natale in zona playoff.

Si presume che il Palermo rientri dalle vacanze carico “a palla”, poiché rinfrancato dal prezioso punto ottenuto contro la seconda corazzata del campionato e riposato dopo le feste. La vittoria in chiaro-scuro, non solo per le maglie,contro la Cavese, non convince del tutto. La zuccata di Rauti nel recupero porta i tre punti alla squadra ma al contempo suscita la curiosità di capire se il “crederci fino alla fine” possa essere sufficiente a colmare altre evidenti lacune.

TUTTI I DIFETTI IN UN SOLO TEMPO

La partita contro il Francavilla ha mostrato come probabilmente non ci sia un solo problema da cercare. I rosa, nell’ultima di andata, hanno palesato tutti insieme i difetti di un intero girone. In particolare è sotto gli occhi di tutti che nella ripresa non ha funzionato niente.

La solidità tattica, soprattutto dopo l’uscita di Palazzi e l’ingresso di Broh, è andata a farsi benedire. La squadra si è sfilacciata, porgendo il fianco all’avversario. Gli ospiti, dal canto loro, hanno finalizzato due delle tre nitide occasioni avute, colpendo un palo nella terza. Per quanto riguarda l’aspetto mentale, le ammissioni dei protagonisti a fine gara hanno espresso più che ampiamente la questione.

In conclusione, sull’esistenza di uno o più problemi nessuno può obiettare, classifica e prestazioni parlano chiaro. A questo punto urge trovare soluzioni. Al Palermo servirebbe più un nuovo allenatore, dei nuovi giocatori o basterebbe ingaggiare un mental coach? Ai posteri l’ardua sentenza.