Palermo altro esame fallito contro una rivale per i playoff

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Il Palermo ha pareggiato 1-1 al Barbera, una partita che era iniziata malissimo e che avrebbe potuto vincere, con un po’ più di precisione e freddezza sotto porta dei suoi attaccanti e centrocampisti. Quella di Boscaglia è una squadra che non riesce a superare i suoi limiti, anche rimescolando i suoi interpreti, ma che per una volta è sembrata più calata nel clima e nel “gioco” della Serie C. Come un cuoco discreto che pensa più alla pancia che al palato. Basta accontentarsi, se si vuole dirsi soddisfatti.

Resta il fatto che questa squadra non è mai riuscita a battere alcuna delle formazioni che la precedono: ha perso con quattro di loro e pareggiato con le altre. E i precedenti devono fare riflettere in vista dei playoff, se il Palermo centrerà l’obiettivo minimo stagionale. Quella di oggi è l’ennesima opportunità sprecata per accorciare rispetto a posizioni più gratificanti di classifica. Il Teramo, che non vince ormai da nove partite di fila, nei primi venti minuti è sembrato la squadra migliore vista al Barbera, tra quelle che hanno fatto visita al Palermo.

DOMINIO INIZIALE DEGLI OSPITI

Paci e il suo vice Guana, ex centrocampista del Palermo, hanno occupato bene tutti gli spazi del campo, togliendo ai padroni di casa ogni opportunità di costruire con raziocinio e non concedendo nulla. Il vantaggio degli abruzzesi, con l’ennesimo ex rosa Berlingea, è parso un naturale evento, dopo una chance incredibile fallita da Pinzauti in apertura di gara, e sembrava che i biancorossi avrebbero potuto passeggiare su un Palermo non in grado di reagire.

Le scelte di Boscaglia hanno stupito, in un certo senso, sia nella formazione iniziale che nei cambi della ripresa. Senza Odjer, ha messo Palazzi al centro della difesa, schierando nel centrocampo a due, l’impalpabile Broh con Luperini che tutto sono tranne che mediani o uomini d’ordine, rinunciando ancora una volta a Martin. Nella ripresa ha debuttato il nuovo arrivato De Rose; l’ex Reggina ha lasciato intravedere quanto meno la voglia di essere al centro del gioco di centrocampo, ma ovviamente non poteva esserci intesa con i suoi nuovi compagni. È sembrata, sulla carta, una formazione sbilanciata in avanti, priva di un uomo d’ordine e in grado di dettare tempi e giocate.

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La riproposizione, dopo qualche partita, del 4-2-3-1 ha coinciso con il ritorno ai gol subiti con contropiedi subiti con la difesa infilata già dalla linea di centrocampo. Sarà un caso? Un Palermo che non è parso avere il sangue agli occhi chiesto alla vigilia da Boscaglia, ma che ha dimostrato di saper reagire, quando sembrava in balia degli avversari. Però, resta il difetto forse più grande di questo gruppo: l’incapacità di concretizzare le occasioni costruite.

LE OCCASIONI SBAGLIATE COSTANO CARO

Almeno tre opportunità nel primo tempo e altre tre nella ripresa sono state sprecate per imprecisione o per goffi errori tecnici: clamoroso quello di Luperini nel primo tempo. Almeno, stavolta, i rosanero hanno evitato di prendere il solito gol beffa. Nella ripresa, quando il gioco, tra continui falli e sostituzioni, il Palermo non ha rischiato nulla, ma ha sprecato una serie di occasioni ghiotte, con Valente, Lucca e Somma. Perché la squadra di Boscaglia ci ha provato fino alla fine, con gli innesti di Santana e Silipo negli ultimi dieci minuti, ma senza esito. Ed è arrivato l’ennesimo pareggio, ancora punti persi in casa, contro una presunta concorrente diretta. Forse sarebbe il caso di “rassegnarsi” all’idea che questo è il massimo possibile per questo organico: un piazzamento che consente di arrivare ai playoff, ma nulla di più di questo.

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