Il Palermo si è arreso, è evidente anche ai tifosi più irriducibilmente fiduciosi. Le chiacchiere stanno a zero. I proclami di dirigenza, allenatore e giocatori, magari continueranno ancora, nelle prossime settimane, ma a dispetto di una evidenza che disarma anche l’ostinazione di una fede cieca. Suoneranno come jingle pubblicitari di un prodotto che non “tira”, come training autogeno per chi deve portare a compimento un dovere che sa, intimamente, che non porta a nulla. Ma, come abbiamo scritto ieri, il campionato del Palermo è bello che finito. Nei fatti. Dall’ultimo giorno di calciomercato non è arrivato nessun nuovo giocatore a rafforzare quei reparti che più ne avevano necessità , l’attacco, soprattutto.
Fino alla fine abbiamo sperato, contro ogni pessimismo, nel colpo di coda, nel coniglio tirato fuori dal cilindro di Castagnini, che era andato a Milano in cerca di una occasione last minute. E, se c’era andato, vuol dire che la società è consapevole che il bisogno di dare a Boscaglia un attaccante che non fallisca gol fatti a porta vuota c’era e c’è. Certamente, prendere qualcuno tanto per prenderlo non aveva senso e giravano nomi di giocatori che non avrebbero aggiunto nulla alla qualità del “materiale” a disposizione del tecnico. Ma il vuoto resta.
I numeri dicono che il Palermo, seppur riuscisse a mantenere la posizione in zona playoff, cosa non più scontata, visto il passo tenuto nelle ultime giornate dai rosanero, ma anche quello più spedito delle squadre che lo tallonano, poco avrebbe da opporre alle formazioni che occupano i posti dal quarto al settimo posto, che giocherebbero in casa il primo turno, in gara secca.
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SCONTRI DIRETTI COMPLICATI
Il Palermo ha il peggiore attacco delle prime quindici del girone, con sole 20 reti segnate, delle quali appena cinque in trasferta, due delle quali realizzate a Castellammare di Stabia, dove ha vinto l’unica sfida contro una delle prime dieci in classifica; poi pareggi con Bari, Catania, Catanzaro e sconfitte con Avellino, Foggia e Turris. Col Teramo ha rimediato un ko esterno e un pareggio interno.
Forse ci siamo fatti travolgere dalla delusione e dal pessimismo, perché la tanto attesa svolta può sempre arrivare, si può centrare un filotto di risultati positivi e, magari, questo può coincidere con la fase decisiva di un torneo fin qui deludente oltre ogni alibi.
Chissà ? Tutto è possibile nel calcio. O quasi. Di mezzo, però, c’è un calendario che già a fine febbraio potrebbe decretare il suo verdetto. Il Palermo affronterà la Ternana già domani, poi andrà a Avellino, quindi la sfida con il Bisceglie e di nuovo due match complicati contro Turris e Catanzaro.
A che punto sarà il Palermo agli inizi di marzo? Certamente, una sfilza di pareggi servirebbe a poco, anzi a nulla. Ma se i gol arrivano con il contagocce, con una media di uno a partita, tanti quanti quelli presi, sperare è vano.
Il Palermo ha alternato prove buone a altre decisamente meno belle, così come ha alternato gli schemi, con la sola costante che di gol se ne sono visti davvero pochi, anche in rapporto alle occasioni create, che pure non sono state poche.
ASPETTANDO L’ANNO PROSSIMO
Boscaglia le ha provate tutte, alternando le punte Saraniti e Lucca, facendo pure discutere sulla gestione degli uomini a sua disposizione, insistendo con qualche giocatore che non è riuscito a fare il salto di qualità e a farlo fare alla squadra, e marginalizzando altri che, almeno secondo i tifosi avrebbero potuto dare qualcosa in più di chi è stato più impiegato, pure se l’evidenza, qualche volta non ha confermato le attese.
Cambiando l’ordine dei fattori, insomma, il prodotto non è cambiato e questo, ripetiamo, la società l’ha capito, o glielo ha fatto capire Boscaglia, in base alle mezze parole dette nelle conferenze stampa pre e post partita, tanto che fino alla fine ha sondato il mercato. Ma non è arrivato nessuno. Una sostanziale dichiarazione di resa. Perché non si può dire che questa squadra possa ambire a lottare per la promozione. Anzi, in queste condizioni, persino centrare la zona playoff da noni o da decimi. Archivieremo questo come un anno di transizione di una squadra neopromossa, di una società al suo primo anno tra i professionisti, e si penserà alla prossima stagione. Sperando che il tanto tempo a disposizione non venga sprecato e che si programmino per tempo risorse adeguate e scelte di mercato, ma non soltanto, più oculate.
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