Le facce del Palermo, dal nuovo all’usato garantito: trovata la chiave?

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Il Palermo visto ieri contro il Bisceglie è stato forse il più convincente visto da inizio stagione. Sarebbe semplice affermare che l’avversario incontrato non fosse di buon livello, considerato soprattutto che contro altri avversari dei bassifondi della classifica i rosanero hanno riscontrato ben altre difficoltà. La chiave, come ha spesso affermato Boscaglia, non è da cercarsi negli avversari ma nell’atteggiamento in campo dei rosanero.

Atteggiamento che però non può prescindere dagli interpreti in campo, e la partita di ieri ha dimostrato come, forse, cambiare qualcosa è sintomo più di intelligenza che di resa. Inoltre, sul terreno di gioco vanno in campo i calciatori, che oltre a caratteristiche indispensabili come grinta, tenacia e aggressività, devono mettere anche e soprattutto fondamentali di tecnica e visione di gioco. Per questo “chi” gioca non è un dettaglio.

SANTANA SENZA ETÀ

Il Palermo ha cambiato faccia, mostrando quella “arrabbiata” che aveva chiesto il tecnico, tanto da riuscire a rimontare il passivo maturato dopo appena sette minuti, mostrando un gioco convincente ed annichilendo l’avversario per il resto della gara. Ma ha anche cambiato facce, una su tutte quella di Mario Alberto Santana, calciatore davvero “di altra categoria”, come da definizione del mister a fine gara. Dal suo piede due “cioccolatini” da cui sono scaturiti i gol con cui il Palermo ha ribaltato la partita nel primo tempo. Per l’argentino, che ha effettuato anche una mole di “lavoro sporco” non indifferente nonostante la carta d’identità, non ci poteva essere rientro migliore, dopo alcune vicissitudini legati alla salute. Se sta bene, anche lui può risultare una chiave utile per aprire anche in futuro le difese avversarie.

LUCCA È UNA CONFERMA

Santana, il più esperto del gruppo, è stato allo stesso tempo la faccia nuova più in evidenza nella gara di ieri. Di contro, un’altra faccia giovanissima si è presentata ai microfoni nel post-gara, quella di Lorenzo Lucca. Il bomber rosanero, ancora non del tutto disinvolto nella comunicazione, in campo si rivela sempre più decisivo. Una doppietta per lui, ed un paio di altre nitide occasioni non concretizzate. Ma per il classe 2000, che ha raccolto gli elogi di un ex bomber di razza come Lucarelli, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Intanto gli 8 gol all’attivo in questa stagione sono un bilancio non indifferente, su cui poggiare le basi per un prosieguo di stagione nel segno della continuità.

LUPERINI E LA CONTINUITÀ

Proprio la continuità è la dote che fin qui è mancata a Gregorio Luperini, che non è più tanto giovane ma nemmeno il contrario. Il ventisettenne centrocampista rosanero si trova proprio nell’età clou, quella che per un calciatore si definisce “della maturità”. Per questo, ci si aspetta da lui prestazioni sulla stessa riga di quella di ieri. Luperini è una mezz’ala completa, dotata tecnicamente e con ottimo senso dell’inserimento, caratteristiche di cui non si può fare a meno in una squadra che voglia ambire a traguardi importanti. Ci si augura dunque che possa proseguire ad offrire prestazioni convincenti, e che non perda il vizietto del gol a cui ci sta abituando.

DE ROSE: CHE SORPRESA!

La vera chiave del gioco del Palermo, però, è un’altra faccia nuova, anzi nuovissima. Francesco De Rose, da quando è arrivato alla corte di Boscaglia, si è dimostrato un vero e proprio faro del centrocampo rosanero. Un uomo la cui esperienza ad alti livelli si sta dimostrando fondamentale. Da lui passa la stragrande maggioranza dei palloni, smistati per la produzione offensiva della squadra o giocati, senza vergogna, anche dietro se necessario. Un elemento che abbina qualità e sostanza, anche se quest’ultima, a volte eccessiva, gli costa un cartellino giallo a partita, su cui si può anche sorvolare, se i risultati sono questi.

LA CLASSE NON È ACQUA

Infine, merita una menzione speciale un professionista silenzioso, che nonostante il basso minutaggio, quando gioca cerca di rendersi sempre utile alla causa rosanero. Sono bastati 10 minuti a Malaury Martin per mostrare che la classe non è acqua. Il francese ha calciato perfettamente l’angolo da cui è scaturito il definitivo 3-1 rosanero. La palla, partita dal suo piede “educato” come pochi, si è rivelata una calamita per i piedi di Lucca, che con una botta violenta ha chiuso la partita.

Santana, Lucca, Luperini, De Rose e Martin, ma non solo. Ad eccezione del gol subito, su cui rimane l’ombra di un possibile fuorigioco, tutta la squadra si è dimostrata solida e determinata. Che si sia trovata la chiave? Mercoledì contro la Turris si attende la conferma dei progressi della compagine di Boscaglia.