A Monopoli il Palermo perde una partita che si colloca fra gli enormi misteri che attanagliano l’umanità. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Serie B in quanti anni? I rosanero giocano una partita dinamica come un novantenne a ferragosto sotto il sole di mezzogiorno ed a tratti sembrano proprio loro quelli rimaneggiati. Il paradosso è che fino a qualche minuto dalla fine la squadra di Filippi stava per raccogliere il poker di vittorie esterne con mezzo tiro in porta. Ci sono frasi che sono il simbolo di intere stagioni. L’anno scorso era “portaci via da questa categoria”, quest’anno è “ma quannu finisci stu campionato…”.
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IL PRIMO TEMPO
Il primo tempo di Monopoli è una piccola gemma esposta alla boutique degli orrori. Quarantacinque minuti che, complice l’orario, sono più efficaci di un mix di valeriana, melatonina, melissa e passiflora . Dopo quasi mezz’ora di nulla cosmico, il Palermo la sblocca. Corner di Floriano, spizzata di Marconi e gol di Somma. Il Palermo , come Tiziano Ferro, non se lo sa spiegare ma è in vantaggio. Riesce pure nell’impresa titanica di abbassare ancora di più il ritmo della gara: in pratica sono tre sbadigli ogni due passaggi, una media stratosferica. Il momento cambio pannolone per i tifosi rosanero avviene al 41° quando il pugliese Piccinni colpisce un palo con un missile direttamente da Brindisi. Pericolo scampato: si va all’immeritato riposo con l’immeritato vantaggio.
IL SECONDO TEMPO
Nel secondo tempo è il Monopoli a fare la partita schiacciando i rosanero e l’infortunio di Lucca sembra un segnale del cataclisma che arriverà. Sì, perchè il Palermo non fa proprio nulla per chiudere il match, anzi – a parte un episodico palo di Valente al 69° – vede la porta avversaria esattamente come i centri scommesse vedono la data della loro riapertura. Serve un Imodium di gruppo quando al 85° Bunino non corregge in rete dall’area piccola: il Monopoli è vivo e reattivo, il Palermo è un ghiacciolo dentro al forno. Al 87° la punizione di De Paoli è una bomba forte e precisa che batte Pelagotti sul suo palo, mentre in pieno recupero è Viteritti che approfitta di una difesa rosanero da psicanalisi collettiva e insacca di esterno. Fischio finale, vittoria del Monopoli. Lacrime del tecnico pugliese, “lacrimissime” dei tifosi del Palermo al grido di “Ma quannu finisci ‘stu campionato…”
LE PAGELLE
Pelagotti 5. Miracolato in un paio di occasioni, sulla punizione del pari del Monopoli si tuffa rasoterra.
Somma 6. Cinquanta minuti senza affanni ed il merito del gol. Sostituzione inspiegabile.
Dal 53º Peretti 5. È uno degli chef che esegue la frittata che vale il gol vittoria dei pugliesi.
Palazzi 5. Difensore che imposta. Ma se non imposta a che serve?
Marconi 5,5. Quando viene puntato va in affanno come tutto il reparto.
Accardi 5,5. 834esimo ruolo cambiato in stagione. Ci mette voglia, ma non basta.
Odjer 6. Gioca decentemente un tempo e poi non rientra in campo. Speriamo perchè rapito dagli ufo o perchè infortunato: un cambio tattico sarebbe inaccettabile.
46º De Rose 5. Affonda nella mediana come una zattera in pieno mare forza 9.
Luperini 5. Ennesima prestazione da tripla medaglia d’oro olimpica di nascondino.
Valente 6,5. Il rosanero più pimpante. È l’unico in grado di cambiare marcia, colpisce un palo e quando prova a “strappare” si sente “Beep Beep”.
Rauti 5. Assente per quasi 70 minuti come un Kanoute qualsiasi.
Dal 69º Santana s.v.
Floriano 6. Sufficienza stiracchiata solo perchè la sua azione ed il suo corner incidono sul gol di Somma. Per il resto, per valutare il suo apporto alla fase offensiva bisognerebbe assistere ad una lezione di matematica sui numeri negativi.
Dal 69º Broh s.v.
Lucca 5. Inizia male (non beccando mai una palla) e finisce peggio. Quando si infortuna pare siano state coniate 465 espressioni nuove di zecca da non ripetere in pubblico o in presenza di minori.
Dal 57º Saraniti 4,5. È tornata la controfigura del famoso Margheritoni della Marchigiana. Pure attassato: da un suo fallo (utile quanto il ketchup sulla torta di mele) la punizione con la quale il Monopoli pareggia.
Filippi 5. La speranza è che al rientro negli spogliatoi abbia tuonato con decibel non inferiori a 200. Il turnover con il quale schiera l’undici iniziale ha una sua logica, ma alcune scelte di gara lasciano a dir poco perplessi. Sembra di vedere il suo ex capo quando faceva i cambi perchè consentito e non perchè necessario.
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