Aziz Toure, da detenuto in Libia a giovane promessa della Primavera rosanero

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La storia di Aziz Toure lascia tutti senza parole. Il giovane talento della Primavera del Palermo ha un passato difficile: è arrivato in Sicilia con un barcone, partendo dalla Libia. Un viaggio della speranza che tante persone intraprendono alla ricerca di un futuro migliore, come è successo nel caso dell’ivoriano.

Il centrocampista, intervistato dal sito FanPage.it, ha raccontato della sua esperienza nei carceri della Libia. “Ero nei centri di detenzione e a volte andavamo a lavorare per guadagnare qualcosa da mangiare. Ti dicevano di andare a lavorare per loro, ci si metteva d’accordo per il costo, ma a volte c’era anche chi non rispettava i patti e ci minacciavano con i fucili di andare via”.

Aziz ha raccontato il suo cammino che lo ha portato dalla Costa d’Avorio fino alla Sicilia. “Sono nato in Costa d’Avorio, precisamente a Daloa, la terza città più grande. Sono partito dal mio Paese, attraversando diverse nazioni prima di arrivare in Libia. Abbiamo impiegato 7 giorni superare il deserto del Sahara – ha spiegato il ragazzo – . Poi sono sbarcato in Italia, ad Augusta. Quando sono partito i miei genitori non sapevano nulla, ho detto che andavo a fare un provino in una città vicino. Non ci siamo sentiti più e si sono preoccupati, poi quando sono arrivato in Libia li ho chiamati e ho detto che volevo realizzare il mio sogno di venire in Italia per avere un futuro migliore”.

Il calciatore ivoriano adesso sogna di affermarsi nel mondo del calcio, partendo proprio dal club rosanero. Il mio piccolo sogno è stato giocare nel Palermo, spero esordire nella prima squadra e poi chissà… magari giocare e vincere la Champions League”.

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