Catania, il futuro è ancora da decifrare: Sigi rifiuta anche la seconda offerta di Tacopina

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Si complica il futuro societario del Calcio Catania. Una volta avvenuta l’uscita della squadra dai play-off per mano del Foggia, il club etneo può dedicarsi esclusivamente alle questioni extra campo. C’è da discutere il problema relativo all’iscrizione della compagine al prossimo campionato di Serie C. I rapporti tra la Sport Investment Group Italia (Sigi) e Joe Tacopina, imprenditore interessato a rilevare le quote societarie, non sono sereni.

Dopo la scadenza del contratto preliminare siglato da Tacopina, l’avvocato newyorkese ha formulato una seconda offerta. “Ho dato 800 mila dollari alla Sigi per tenere il Catania vivo senza essere proprietario di nulla – ha dichiarato l’italoamericano in una lunga intervista al catanastista.eu –. Non ho idea di cosa aspettarmi, se non gli piace la mia proposta, non sto di certo puntando una pistola sulla loro fronte. La riduzione del debito non è stata ancora formalizzata.

Per la prossima stagione – continua Tacopina – servirebbero 14 milioni di euro per iscrivere il Catania. Non c’è più tempo. Il mio piano è quello di mettere 40 milioni in 4 anni, non c’è nessuno nel mondo che lo farebbe per una squadra di terza serie, io lo faccio per una motivazione diversa”.

La risposta della proprietà etnea non è tardata ad arrivare. La proposta ricevuta venerdì non è insufficiente, è impossibile nella realizzazione. Chiedere un’omologa entro 15-20 giorni e saldare circa tre milioni di euro è impossibile – ha asserito l’avvocato Giovanni Ferraù in conferenza stampa –. In questi giorni ho chiesto a Tacopina di entrare in Calcio Catania con 3 milioni domani e prendere il 51% del club e prendere la presidenza. Rischiamo insieme, non è pensabile di dover risolvere tutto noi e basta”.

Siamo disponibili domani a cedere a Tacopina, portaci 20 milioni, ma senza condizioni capestro. Tutte le interlocuzioni, anche quella con Tacopina, verranno portate avanti fino al 25-30 maggio, poi decideremo il da farsi. Servono 4 milioni entro giugno, ha concluso il rappresentante della Sigi.

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