Juve Stabia, quando si pensava che nulla fosse cambiato: gli errori da non ripetere

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Mercoledì atto secondo dei playoff. Si va a Castellammare di Stabia, dove già il Palermo è riuscito ad ottenere un successo nella regular season. Era il 12 novembre scorso, ancora agli albori di una stagione che i rosa avevano iniziato molto male, collezionando tre pareggi e altrettante sconfitte in sei gare. Tuttavia il Palermo si presentava alla difficile trasferta in Campania rinfrancato dal pareggio interno nello storico derby “con gli uomini contati” causa covid.

Così quando al quinto minuto Saraniti trasformava in rete un cross di Kanoute dalla destra, la sensazione che fosse la volta buona per portare a casa i primi tre punti in campionato si faceva sempre più reale. Ad “ammazzare” la partita ci avrebbe poi pensato Floriano, che nella ripresa chiudeva i conti su suggerimento di Rauti, riuscito a spaccare centralmente la retroguardia campana. A nulla valse, ai fini del risultato, il rigore trasformato da Mastalli a tempo ormai ampiamente scaduto.

L’adrenalina post derby non ebbe però lo stesso effetto nella partita di ritorno. Anzi, probabilmente, la troppa euforia scaturita dalla vittoria di Catania, con l’eurogol di Santana, finì per togliere ai rosanero la concentrazione necessaria nella successiva sfida interna contro le “vespe”.

Così Filippi, all’esordio al Barbera da neo-allenatore, sfoderò in una sola gara tutto il repertorio negativo che aveva portato la dirigenza ad esonerare il tecnico di Gela. Eppure, il primo errore lo fecero gli ospiti, il cui pasticcio difensivo favorì Luperini, abile ad approfittarne per siglare l’1-0. I rosanero però non riuscirono a chiudere la prima frazione in vantaggio, subendo il gol del pari con un tiro non irresistibile dal limite dell’area.

LA PARTITA SBAGLIATA

Il vero “horror-show”, nell’ultima gara disputata contro la Juve Stabia, si vide però nella ripresa. Pronti via uno sfondamento centrale dei campani, che con tre tocchi si trovarono in rete, ribaltando così il risultato. Identico copione a metà ripresa, quando un cross dalla sinistra vide Marotta da solo in area insaccare indisturbato, con Pelagotti nuovamente non irreprensibile. Lo stesso numero 10 campano realizzò poi il poker al 70esimo, approfittando di una dormita difensiva di Palazzi. Inutile il 2-4 di Luperini, la cui doppietta servì solo da gloria personale in una giornata da dimenticare.

“Da Boscaglia a Filippi non è cambiato niente” fu il pensiero comune più ricorrente, dopo le lacune evidenti palesate in quella gara del 7 marzo scorso. D’altra parte era solamente la seconda gara con il tecnico di Partinico al timone, e vedere una squadra allo sbando aveva ricordato diverse partite della gestione Boscaglia. Reparti “spaccati”, ampi spazi lasciati al contropiede avversario ed errori individuali da brividi lasciavano intravedere più nero che rosa in vista dei successivi impegni.

IL RISCATTO DI FILIPPI

Tuttavia, a parlare sono sempre i risultati del campo, che dopo quel 2-4 casalingo hanno detto 17 punti in 8 gare, con una sola sconfitta, curiosamente arrivata contro il Monopoli, un altro avversario che il Palermo di Boscaglia era riuscito a superare. In quel caso però, più che di gara sbagliata, si è trattato piuttosto di un inspiegabile “blackout” nei minuti finali, quando i pugliesi approfittarono di un calo di concentrazione da parte dei rosanero.

Adesso si torna a Castellammare di Stabia. Un campo già espugnato dal Palermo può significare al contempo una possibilità di rivincita di Filippi per la sua unica vera partita “storta”. Il tecnico ha già dimostrato ampiamente di avere imparato dagli errori commessi poco più di due mesi fa, e adesso ha l’occasione di dimostrarlo contro lo stesso avversario in una partita da dentro o fuori, dove conta solamente vincere. Il sogno serie B continua e nulla è impossibile, basterà “solamente” proseguire sulla scia delle ultime gare.

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