Ha qualcosa di estremamente simbolico la parata che Alberto Pelagotti ha compiuto al minuto novantadue del match disputato contro la Juve Stabia. Dentro la sua esultanza colma di grinta rabbiosa c’era tutto un anno travagliato, vissuto sempre da protagonista in una continua altalena tra l’altare e la polvere. Ancora più simbolico il fatto che il sorteggio abbia accoppiato il Palermo all’Avellino.
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UNO STAKANOVISTA INDISTRUTTIBILE
Trentotto partite interamente giocate sulle trentotto disponibili per Pelagotti, neanche un minuto saltato. Una specie di Iron Man che ha attraversato indenne la bufera Covid e – sebbene vistosamente acciaccato nell’umore – gli tsunami legati a delle prestazioni oggettivamente tutt’altro che irreprensibili.
L’AVELLINO PER CANCELLARE AVELLINO
Più di una volta, quest’anno, il numero uno rosanero è finito sulla graticola. Ma, come diceva un ex portiere di tutto rispetto come Gianluca Pagliuca, “se il portiere para è normale, se prende gol è un pirla!”. Una voluta esasperazione relativa al metro di giudizio utilizzato per commentare le prestazioni degli estremi difensori. Succede, però, che la vita fornisca un’altra chance ed il fatto di tornare a giocare contro l’Avellino nel primo turno della fase nazionale dei playoff può e deve essere un’occasione di riscatto per il numero uno rosanero. C’è da vendicare la super papera del Partenio-Lombardi e lo si può fare in un solo modo: giocando (e parando) con la stessa grinta mostrata a Castellammare di Stabia.
SOGNANDO LA SCALATA
Pelagotti ed il Palermo, una storia d’amore sbocciata nell’estate del 2019. Il portiere toscano dagli occhi di ghiaccio ma dal cuore bollente non mai ha nascosto il suo sogno di intraprendere una lunga cavalcata con la maglia rosanero addosso. Mai ha nascosto il sogno di voler diventare un’icona sulle orme di Stefano Sorrentino. Non sarà Yashin, nè Neuer, nè Buffon, ma al Palermo ed ai suoi tifosi un Pelagotti reattivo e grintoso basta ed avanza. E quando si chiedono calciatori che onorino la maglia, un uomo come Pelagotti merita posizioni di vertice indipendentemente dalle prestazioni più o meno positive. Ai miracoli pensi Santa Rosalia.
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